Paradossi della sanità

In Calabria mesi per effettuare un esame ma a Praia il reparto di Radiologia è vuoto: «Spreco di risorse pubbliche»

Simone Sollazzo, medico radiologo nelle strutture pubbliche del Tirreno cosentino e sindacalista Confial, denuncia la mancanza di pazienti ed esami prenotati nella struttura del Tirreno cosentino

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di Francesca  Lagatta
24 aprile 2024
14:35
La sala d’attesa del reparto di Radiologia dell’ospedale di Praia a Mare questa mattina
La sala d’attesa del reparto di Radiologia dell’ospedale di Praia a Mare questa mattina

Cosa succede nella sanità pubblica calabrese? L'ennesima denuncia di un sistema ormai al collasso arriva da Simone Sollazzo, medico radiologo in servizio negli ospedali della costa tirrenica cosentina, che in veste di sindacalista Confial, ha affidato a LaC News24 un racconto che si presta a molte interpretazioni: «Stamattina, 24 aprile 2024, al reparto di Radiologia di Praia siamo tre medici, cinque tecnici, un infermiere e un amministrativo e il numero di esami prenotati è quasi vicino allo zero. Da quando sono tornato ho trovato un reparto bloccato, dormiente». Sollazzo è rientrato dopo un breve periodo fuori regione e la situazione riscontrata in questi giorni stride con le quotidiane denunce dei cittadini, quasi sempre costretti a ricorrere alla sanità privata a causa dei lunghi tempi per le prenotazioni in mancanza di posti.

Situazione paradossale

«Un giovane tecnico - continua Sollazzo - l'altro giorno mi ha detto "mi vergogno di dire che sto lavorando". Effettivamente sei ore sono lunghe da passare senza far nulla. Questa è la sanità pubblica, questo è il famoso management aziendale, questo è il controllo di Azienda Zero sul territorio». Ed ancora: «Io non so se sia questione di incompetenza o negligenza gestionale (cioè, non frega niente a nessuno) oppure entrambe le cose. Il problema è che non c'è una responsabilità diretta di chi gestisce e spreca le risorse pubbliche. A pagarne le spese è solo e sempre il cittadino che si vede negato dei servizi essenziali con la beffa di vedere i macchinari inutilizzati, i dipendenti pubblici girarsi i pollici mentre i direttori e manager aziendali forse non sanno neppure perché si trovano davanti quella scrivania». Poi conclude: «Nel contempo crescono le strutture convenzionate, i privati lavorano h24 per sopperire ad una gestione disastrosa della cosa pubblica».


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