Energia pulita

La Calabria punta forte sull’eolico: il piano della Regione per incrementare gli impianti di grossa taglia

Richieste record per nuove torri che sfruttano il vento. Nel documento la Cittadella detta le strategie per contribuire all'autonomia energetica che sulla carta è già quasi raggiunta. Anche il fotovoltaico in crescita

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di Luana  Costa
12 settembre 2023
06:30

L’idea che circola in Cittadella è quella di assecondare la spinta propulsiva generata dalla richiesta di investimenti, anche per porsi in linea con le direttive europee che chiedono nuovo impulso verso una politica improntata alla produzione di energia elettrica da fonti alternative.

Aumentare la produzione

È quel che si legge nel rapporto preliminare varato dalla Giunta in agosto come aggiornamento al piano integrato energia e clima che definisce le strategie in materia energetica per i prossimi anni. «Il Priec promuoverà l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili oltre che nel settore elettrico, anche nel settore termico e dei trasporti». È questa la linea definita nel documento che include i dati divulgati da Terna sugli scenari di sviluppo che potrebbero determinarsi sotto la duplice spinta delle direttive europee e dell’enorme mole di richieste per nuove connessioni alla rete.


Domanda esponenziale

A fine 2022, la Calabria poteva, infatti, contare su una capacità produttiva da fonti rinnovabili pari a 628 mw da fotovoltaico, 1.178 mw da eolico, 915 dall’idrico e 219 mw dalle biomasse e geotermico. Cifre che - assieme alle quattro centrali a gas - la sospingono verso la quasi autosufficienza energetica – l’81% del fabbisogno è prodotto entro i confini regionali – con l’1,8 gw e una potenzialità di sviluppo al 2030 pari al 1,6 gw (3,4 gw totale).

La Calabria, mercato fertile

In Cittadella si è ben consapevoli della caccia ai nuovi mercati green da parte degli investitori, interessanti soprattutto al sud Italia. «È notevole osservare l’assoluto superamento dell’attesa tra nuovo installato previsto nel FF55 (la direttiva comunitaria, ndr) e richieste di connessione, sia AT (alta tensione, ndr) sia MT/BT (media e bassa tensione, ndr) per impianti fotovoltaici e eolici on shore» si fa notare nel documento di aggiornamento al Priec.

Richieste quintuplicate

Le richieste di connessioni farebbero schizzare la capacità a 6,1 gw con un aumento del 259% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. In questo scenario, secondo la Regione: «Occorrerà stabilire quali siano le aree idonee all’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili partendo dalle misure finalizzate alla diffusione degli impianti contenute nel decreto Aiuti che amplia la casistica delle aree idonee».

Dove costruire

Ai siti già individuati in precedenza (dove sono già stati installati impianti della stessa fonte, quelli oggetto di bonifica, cave o miniere cessate e in stato di degrado o abbandono e i siti e gli impianti di proprietà di Ferrovie dello Stato), il decreto Aiuti indica altri luoghi in cui è possibile installare nuovi impianti: aree non interessate alla presenza di beni culturali sottoposti a tutela e le aree non ricadenti nelle fasce di rispetto dei beni da tutelare; sette chilometri per gli impianti eolici e un chilometro per gli impianti fotovoltaici.

Si allargano le maglie

Praticamente dovunque ad esclusione delle aree sottoposte a vincolo. Nel documento, tuttavia, la Regione precisa che «al fine di perseguire l’obiettivo di innalzare la quota di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, il Priec dovrà identificare e delimitare, prioritariamente, le aree idonee ad accogliere gli impianti» che non si esclude che possano essere anche di grandi dimensioni.

Anche impianti di grossa taglia

«Oltre che i grandi impianti – si legge nell’atto approvato dalla giunta - occorrerà favorire la generazione distribuita, ovvero privilegiare impianti di taglia calibrata sui profili di consumo dell’utenza intesa come singolo cliente finale o aggregati di clienti finali».

Il gas per le centrali

Non si rinuncia poi all’idea di realizzare il rigassificatore nell’area di Gioia Tauro. La strategia prevede una alimentazione diretta e interna per le quattro centrali turbo gas a ciclo combinato di Altomonte, Rizziconi, Scandale e Simeri Crichi che sono le principali produttrici di energia elettrica ma che importano il gnl utile alla loro alimentazione. «In attesa di un graduale passaggio, nel medio e lungo termine, all’uso prevalente di sole energie rinnovabili, il rigassificatore di Gioia Tauro diventa una alternativa cogente, nel breve termine, al fine di coprire la richiesta interna di gnl, oltre che concorrere alla autonomia energetica dell’intera nazione» si legge nel documento.

I giacimenti di gas

Infatti, i giacimenti di gas, dopo il picco del 2004, hanno progressivamente subito una drastica riduzione fino ad attestarsi nel 2022 ad una produzione totale di circa 240 ktep che, escludendo il fabbisogno generato dalle quattro centrali termoelettriche, sarebbe sufficiente a garantire l’autonomia interna. In totale, 200 ktep assorbiti per il 52% dal settore civile, il 32% dall’industria, il 13% dai trasporti e, infine, il 4% dalla pesca.

Giornalista
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