L’intervista

Scopelliti a Lamezia: «Dissi alla sinistra di non compiacersi per le mie disavventure, poi è arrivato il loro turno»

VIDEO | Continua il tour dell'ex governatore della Calabria e sindaco di Reggio per la presentazione del suo libro nato dalla vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista. Su un possibile ritorno in politica: «Ho già dato»

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di Nico  De Luca
18 novembre 2023
17:00

Le salette di palazzo Greco-Stella di Lamezia Terme hanno ospitato l'ultima tappa in ordine di tempo del tour con cui l'ex governatore, presidente del Consiglio regionale e sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti sta presentando il libro "Io sono libero", imperniato sulle vicende che lo hanno condannato con sentenza definitiva a 4 anni e 7 mesi di reclusione sulla base di un'accusa di falso in bilancio. Ad organizzare l'incontro imperniato sul tema "La detenzione: funzione ed effetti" la Camera penale cittadina presieduta dall'avvocato Renzo Andricciola, affiancato al tavolo dai colleghi Antonio Muscimarra, segretario, e da Fabrizio Falvo. Con loro anche la dirigente del Servizio penitenziario Angela Paravati, ex direttrice della casa circondariale di Catanzaro.

L'intervista a Scopelliti

Scopelliti, ma per sentirsi liberi in questo Paese bisogna per forza uscire indenni da un caso di mala-giustizia?
«Bisogna avere la forza per superare momenti di grandi difficoltà che si vivono in quei frangenti; non è facile, non tutti ce la fanno ed il mio libro nasce con questo intento, quello di dare voce forza a chi voce non ha».


Sta presentando il suo lavoro in lungo ed in largo, quali feedback sta ricevendo?
«Devo dire sorprendenti: tanta gente, tanto calore, tanta partecipazione. Giorni fa sono stato anche a Torino, una sala strapiena, grande affetto, grande vicinanza, una bella testimonianza, devo dire non mi aspettavo così tanto partecipazione, così tanto calore, da parte degli amici, ma anche di gente che non ho conosciuto, che magari viene per ascoltare perché è curiosa di conoscere la storia di un uomo che ha fatto politica per una vita, ma che poi ad un certo punto si è trovato estromesso da tutto, dovendo rinunciare ai suoi sogni e reinventarsi dopo un periodo terribile, un'esperienza nuova di vita».

Lasciando stare i neutrali, pensa di aver avuto più solidarietà dal centrodestra o dagli avversari?
«Mah ho trovato tanto affetto anche nel centro-sinistra, ricordo ad esempio che a Reggio Calabria, la mia città, c’è stata la partecipazione di tanti rappresentanti della parte politica opposta. Naturalmente la maggior parte sono stati i miei amici di una vita, sono i simpatizzanti, chi ti ha votato in silenzio e tu neanche sapevi, diciamo, di quel voto».

Nella sua città, altro sindaco, altra vicenda turbolenta. Ha avuto qualche contatto con Falcomatà?
«Si casualmente, ci si incontra per strada, ogni tanto anche davanti alla scuola dei nostri figli. Abbiamo un rapporto di conoscenza antica, di rispetto reciproco. Vede, io una volta ho ammonito che la sinistra non ridesse e stappasse champagne come hanno fatto per le mie disavventure, perché sarebbe arrivato anche un tempo per loro. Poi in effetti è arrivato ed anche loro hanno conosciuto questa fase, diversa dalla mia, ma hanno capito che significa starci in mezzo».

Secondo lei ci sono ad oggi le condizioni per evitare in Italia un altro caso Scopelliti?
«L’ho sempre detto che spero di restare l'unico ed il solo caso in Italia di un uomo che finisce in galera per un aspetto giudiziario legato a un atto amministrativo, quindi che fa riferimento a un falso ideologico, una cosa aberrante e quindi spero che nessun altro viva l'esperienza che ho vissuto io».

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Nelle ultime ore il ministro PIantedosi è tornato a Crotone assicurando che lo Stato non abbandonerà le famiglie delle vittime di Cutro. La gestione dei migranti secondo lei è quella giusta in Italia?
«Su Cutro io ho una mia chiave di lettura: credo che quella tragedia sia stata costruita ad arte. È stata qui ma poteva capitare a Lampedusa, a Roccella o in qualsiasi altro posto. Quella vicenda penso sia stata cercata per costringere questo governo in ginocchio ed ovviamente a guadagnarci sono stati gli affaristi, coloro che costruiscono le proprie fortune sulle spalle della povera gente».

A chi invoca il suo rientro in politica risponde con un no assoluto o un mai dire mai?
«Rispondo con un ‘Grazie, ho già dato!’».

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