Rabbia e sconforto

Vibo, nel quartiere senz’acqua da due mesi risuona l’urlo disperato di una mamma: «Il mio bimbo è malato, così non riusciamo a curarlo»

VIDEO | L'appello alla sindaca Limardo: «Ha la leucemia, abbiamo bisogno di un ambiente sterile e in queste condizioni non possiamo garantirglielo». Esasperati i residenti della zona, costretti a rifornirsi alle autobotti dei privati: «Paghiamo due volte, la prima al fornitore e la seconda al Comune»

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di Cristina Iannuzzi
29 agosto 2023
18:34

L’acqua è un bene primario. E lo è ancor di più in situazioni in cui una madre deve accudire suo figlio malato: «Il mio bambino di 5 anni ha la leucemia. Stiamo facendo la terapia in casa, ma ha bisogno di un ambiente sterile, senza acqua non possiamo garantirglielo». Un grido di aiuto che una giovane madre di Vibo Marina ha recapitato direttamente al sindaco di Vibo Valentia.

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«Le ho scritto su Messenger. Mi ha risposto che avrebbe provveduto, e invece continuiamo a non avere acqua in casa». Si commuove. Sono lacrime cariche di rabbia. La donna, madre di due figli, risiede nella I^ Traversa di via Longobardi a Vibo Marina. Nel quartiere dove da due mesi i rubinetti sono a secco. E nessuno, amministratori comunali compresi, conosce la causa del guasto che va avanti dal primo luglio. Impossibile accedere al serbatoio che si trova in un luogo impervio a causa della folta vegetazione. Il Comune avrebbe dovuto inviare una squadra di operai per liberare la strada e permettere ai tecnici di ispezionare il serbatoio, così da scoprire la causa del problema.


«Maria Limardo si era impegnata a mandare qualcuno - raccontano i residenti della zona -. Ma è da 20 giorni che stiamo aspettando». Per poter sopperire all’emergenza, i residenti sono costretti a far ricorso alle autobotti dei privati, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico.  «Acqua che paghiamo due volte – fa notare una donna – quando la compriamo dal fornitore, che riempie la cisterna del nostro palazzo con l’autobotte, e quanto esce dai rubinetti di casa, perché il contatore la considera comune erogata dall’acquedotto comunale». Stanchi ed esasperati hanno avviato una raccolta firme per presentare un esposto in Procura.

 

Giornalista
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