Tra i banchi

Soverato, l’Istituto tecnico Malafarina tra le scuole italiane che sperimenteranno i corsi quadriennali

VIDEO | La novità coinvolge in particolare l'indirizzo Informatica e telecomunicazioni. Previsto l’utilizzo di nuove tecnologie e lo studio di tematiche quali robotica e transizione ecologica

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di R. G.
13 febbraio 2024
22:43

Portare a quattro anni il corso di studio dell’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni è la sfida che l’Istituto tecnico tecnologico “G. Malafarina” di Soverato, nel basso Jonio catanzarese, ha inteso raccogliere, animato dall’idea di progettare un percorso nuovo che possa rilevarsi di eccellenza nell’istruzione tecnica. Un corso di studi fortemente orientato all’imprenditorialità, all’internazionalizzazione, all’innovazione metodologica, didattica e organizzativa. Un percorso che mira alla preparazione per l’accesso all’istruzione tecnica superiore, attraverso il rafforzamento di quella partnership strategica già avviata in qualità di scuola capofila con il CADMO Academy, unico Its della provincia di Catanzaro.

Forte delle professionalità e delle competenze pedagogiche, tecnologiche e disciplinari dei docenti, dell’esperienza decennale nel campo dell’internazionalizzazione maturata grazie al programma Erasmus+, dopo un’articolata riflessione collegiale, si è arrivati alla conclusione che l’Istituto è pronto per questa nuova esperienza, sapendo di poter contare sulla già sperimentata sinergia tra Usr e Regione Calabria che hanno promosso azioni informative, di accompagnamento e di supporto.


Nuovo processo formativo

La Regione Calabria, inoltre, è l’unica ad avere già sottoscritto un apposito accordo con l’Usr e le Università calabresi finalizzato a consentire agli studenti che completeranno il percorso del quattro più due di avere riconosciuti i crediti ai fini del conseguimento della laurea triennale presso gli Atenei calabresi. Il mondo del lavoro calabrese, per i prossimi anni, punterà molto sulle competenze tecniche e specialistiche. e come si evince da fonti Unioncamere e Anpal, le imprese locali assumeranno addirittura il 67% di personale in possesso di diploma secondario. Le previsioni occupazionali, in diversi ambiti, per il 2023, sono state, infatti, pari a 108.000 dei quali 72.000 con livello di istruzione secondaria e con difficoltà di reperimento del 41%. Pertanto, al di là di ogni perplessità e resistenza che ogni novità porta con sé, il dato certo è che occorre accelerare un processo formativo che ponga le scuole in condizione di rispondere alle richieste che arrivano dal mondo produttivo. Il mismatch tra l’evoluzione del lavoro e le risposte che la scuola è in grado di preordinare, ha creato la necessità di rivedere i percorsi, le figure e le priorità, atteso che accanto alle esigenze educative, culturali e professionali ci sono nuove e complesse esigenze espresse dal settore produttivo. In tale prospettiva, i tratti salienti del percorso quadriennale del Malafarina saranno l’utilizzo di nuove tecnologie applicate alla didattica laboratoriale ed una conseguente riflessione sul curricolo che porti gli studenti ad acquisire, in quattro anni, le medesime competenze e raggiungere gli stessi traguardi di apprendimento previsti dall’attuale ordinamento.

Potenziamento delle competenze

Il ricorso alla flessibilità consentirà di prevedere l’integrazione del curricolo con le tematiche connesse alla Robotica e all’Intelligenza artificiale, alla transizione ecologica nell’ambito dell’Educazione civica ed il potenziamento delle competenze linguistiche. Agli studenti sarà offerta la possibilità di affacciarsi all’esperienza universitaria e al lavoro, da cittadini europei, con un approccio open mind, flessibile, proattivo ed orientato al cambiamento. Per un verso la filiera contribuirà a creare un sistema condiviso basato sui crediti formativi utili alla personalizzazione dei percorsi di crescita, per l’altro il coinvolgimento di un organismo regionale accreditato offrirà agli studenti un ventaglio di opzioni post diploma. In definitiva, per formare tecnici con una mentalità imprenditoriale e manageriale non si può più prescindere da un’offerta formativa territoriale condivisa e integrata, fatta di percorsi orientativi, di esperti che “entrano in aula” per condividere con gli studenti il loro know-how aziendale, di esperienze di studio- lavoro e apprendistato, di scambi e iniziative formative internazionali.

Il coinvolgimento di enti e aziende

«Costruire, in breve tempo, la rete per l’attuazione della filiera formativa, coinvolgendo enti ed aziende partners regionali ed extraregionali, non è stato facile - fanno sapere dalla scuola -, ma non possiamo non sperare che la sperimentazione, possa rivelarsi davvero una valida risposta alla tormentata storia del sistema tecnico-professionale della scuola italiana ed aiutare a superare la gerarchizzazione dei saperi e la diffusa percezione, soprattutto al Sud, che si tratti di percorsi di minore rilevanza rispetto ai licei. L’auspicio è che negli ambienti di produzione, soprattutto quelli di eccellenza, vengano superati gli atteggiamenti di sospetto e di inadeguatezza della scuola rispetto ai bisogni imprenditoriali e vengano bandite quelle riserve che, troppo spesso, hanno stigmatizzato la finalizzazione dei percorsi formativi verso il lavoro. È un primo passo, ma è risaputo che anche il viaggio più lungo inizia sempre con un primo passo; è una sfida non semplice, da affrontare e vincere insieme perché come recita l’antico adagio “quando si sogna da soli, è solo un sogno, quando si sogna insieme, è la realtà che comincia”».

 

Giornalista
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