Infocontact: Poste mobile rinuncia alla commessa, lavoratori in presidio a Roma

Nuova manifestazione dei dipendenti del call center di Lamezia Terme, a Roma di fronte al Mise, dove è in corso un incontro per discutere della vertenza Infocontact. Ieri Poste mobile ha comunicato la rinuncia alla commessa, aggravando la crisi dell’azienda.
di Alessio Bompasso
22 gennaio 2015
09:43

Roma – Una cinquantina di dipendenti dell’Infocontact oggi erano a Roma in presidio, per verificare da vicino l’andamento del vertice tra sindacati di MISE (Ministero dello Sviluppo economico) da cui dovrebbe uscire una soluzione per quei 1800 lavoratori che rischiano il posto. I lavoratori chiedono “maggiori tutele per gli operatori dei call center, e che le commesse non più rinnovate alla società siano ripristinate”.  

 


Poste Mobile - Una nuova tegola per i lavoratori del call center di Lamezia Terme. Non è stato confermata la commessa di Poste Mobile, creando una ulteriore difficoltà all’azienda che già deve fare i conti con la commessa Wind (rinnovata per 4 mesi dopo un lungo tira e molla).


“La notizia della mancata conferma della commessa outbound di Poste Mobile è un altro duro colpo per la risoluzione positiva della vertenza Infocontact – si legge nella nota – il mancato rinnovo delle attività comunicata in maniera tempestiva da parte di Poste Mobile ai commissari straordinari di Infocontact porterà alla perdita di 30 posti di lavoro nell’immediato”.


“Le committenti anche delle commesse out a maggiore responsabilità. Il calo delle attività outbound di Telecom, Vodafone, Poste Mobile stanno portando alla cessazione ogni mese di decine e decine di contratti di collaborazione – concludono le organizzazioni sindacali - Decine di lavoratori, già penalizzati dalla forma contrattuale precaria, che in questi giorni stanno perdendo il lavoro a causa della irresponsabilità delle committenti. La vertenza Infocontact riguarda 1800 lavoratori - conclude la nota - non vorremmo che alla fine della vertenza ci dovessimo ritrovare con centinaia di lavoratori precari già espulsi dal ciclo produttivo”.

Giornalista
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