Scienza in lutto

Addio a Peter Higgs, premio Nobel per la Fisica che scoprì la particella di Dio

Noto in tutto il mondo per il bosone che porta il suo nome, si è spento a 94 anni dopo una breve malattia. Il ricordo della direttrice del Cern Fabiola Gianotti: «Una persona speciale e una fonte di ispirazione»

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9 aprile 2024
22:48

È morto a 94 anni dopo una breve malattia Peter Higgs, il fisico britannico noto per aver teorizzato, negli anni sessanta, l'esistenza del bosone che porta il suo nome, la cui presenza è stata poi confermata nel 2012 dagli esperimenti dell'acceleratore Lhc del Cern di Ginevra.

All'annuncio della notizia era seduto nella platea dell'auditorium, visibilmente commosso. Proprio per questo risultato, nel 2013, è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica.


Peter Ware Higgs è nato il 29 maggio 1929 a Newcastle. Era membro della Royal Society inglese e dal 1996 è stato professore emerito all'Università di Edimburgo, che ha dato la notizia della sua scomparsa. Per i suoi notevoli contributi alla fisica teorica, Higgs è stato decorato con molti altri premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia Dirac e il premio Wolf per la fisica, che lo scienziato però rifiutò di ritirare dichiarando di non condividere la politica aggressiva mostrata da Israele nei confronti della Palestina (il premio Wolf è gestito da una fondazione israeliana).

La sua teoria più famosa, che mirava a spiegare l'origine della massa delle particelle elementari, è il cosiddetto “meccanismo di Higgs”, o “meccanismo di Brout-Englert-Higgs”, dal nome dei tre ricercatori che lo teorizzarono in maniera indipendente (il fisico belga François Englert ha ricevuto il Nobel insieme a Higgs, nel 2013). Nella storia dell'universo, le particelle hanno interagito con il campo di Higgs solo per una minuscola frazione di secondo dopo il Big Bang. Inizialmente, tutte le particelle erano prive di massa e viaggiavano alla velocità della luce. Dopo che l'universo si è espanso e raffreddato, le particelle hanno interagito con il campo di Higgs e questa interazione ha dato loro massa. Il meccanismo implicava però l'esistenza di una nuova particella, il bosone di Higgs appunto, che sarebbe diventata la più ricercata in tutta la fisica delle particelle.

«Una persona speciale, una fonte di ispirazione per i fisici di tutto il mondo»: così il direttore generale del Cern di Ginevra Fabiola Gianotti ricorda il premio Nobel Peter Higgs con un post pubblicato dal profilo del Cern sulla piattaforma X. I loro percorsi professionali si sono incrociati proprio grazie al bosone: Fabiola Gianotti è stata alla guida di Atlas, uno dei due esperimenti del Cern che hanno permesso di dimostrare l'esistenza della particella, la cui scoperta fu poi annunciata nel luglio del 2012.

«Oltre al suo eccezionale contributo alla fisica delle particelle, Peter era una persona molto speciale - afferma Gianotti - una figura di grande ispirazione per i fisici di tutto il mondo, un uomo di rara modestia, un grande insegnante e qualcuno che spiegava la fisica in un modo molto semplice e allo stesso tempo profondo. A lui è legato un pezzo importante della storia e dei conseguimenti del Cern. Sono molto addolorata - conclude Gianotti - e mi mancherà moltissimo».

Per il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Antonio Zoccoli, Peter Higgs «ha avuto un enorme impatto sulla fisica fondamentale grazie alla sua originale ipotesi del meccanismo che conferisce la massa alle particelle elementari».

«L'attribuzione del premio Nobel a Peter Higgs, a valle di cinquant'anni di ricerche della comunità scientifica per confermare l'esistenza del bosone che porta il suo nome, rappresenta - aggiunge il presidente dell'Infn - il giusto riconoscimento del suo enorme contributo alla conoscenza».

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