Svolta conferenza stampa di presentazione “Giornata del Fiocchetto Lilla”

Due giorni di prevenzione ed informazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare dal titolo “Non c’è più tempo”, organizzata dall’associazione Ra.Gi. Onlus
11 marzo 2014
00:00

Si è svolta ieri mattina, lunedì 10 Marzo,  presso la sede di Fondazione Calabria Etica (ente in house della Regione Calabria) la conferenza stampa di presentazione della due giorni di prevenzione ed informazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare dal titolo “Non c’è più tempo”, organizzata dall’associazione Ra.Gi. Onlus in collaborazione con Calabria Etica e con l’istituto “Don Milani”. Nel corso della conferenza sono intervenuti il presidente di Calabria Etica, Pasqualino Ruberto; la porta voce della Ra.Gi., Elena Sodano; il dirigente scolastico della scuola media “Don Milani, Antonio Caligiuri; la psicologa della Ra.Gi., Chiara Caccavari e la biologa nutrizionista che lavora con la medesima associazione, Assunta Ranieri. Moderato dalla giornalista Sona Libico, l’incontro è stato anche un’occasione per presentare in anteprima ai media lo spot realizzato dalla Ra.Gi. in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, che verrà proiettato ai ragazzi nelle giornate del 14 e 15 marzo in occasione della manifestazione. La giornata nazionale del Fiocchetto Lilla nasce per volontà di Stefano Tavilla, papà di Giulia, morta a 17 anni per bulimia nel 2011. Oggi sono in tutto 40 le associazioni che, in Italia, celebrano questa giornata e tra queste la Ra.Gi. 

I Dca sono una vera pandemia sociale che vede aumentare sempre di più le sue vittime. In Italia sono 4 milioni le persone che soffrono di queste patologie (il 25% della popolazione femminile tra i 10 ed i 25 anni, il 10% tra quella maschile, più difficile da curare perché i ragazzi spesso non chiedono aiuto). Inoltre, negli ultimi anni si è registrato un vertiginoso aumento delle vittime sotto i sette anni. 


«Nella piena consapevolezza del grande disagio sociale generato dall’insorgere di queste malattie – ha affermato Pasqualino Ruberto -, Fondazione Calabria Etica ha deciso di collaborare ancora una volta con la Ra.Gi. per svolgere attività di prevenzione ed informazione sull’argomento, che spesso non viene affrontato nel modo adeguato. Calabria Etica sposa in pieno i principi che animano la Giornata del Fiocchetto Lilla, in quanto è un modo per sostenere non solo i ragazzi, ma anche le loro famiglie. Principi in linea con la mission della Fondazione, ovvero la promozione della solidarietà umana ed il benessere dei cittadini attraverso la realizzazione di iniziative svolte  in collaborazione con altre associazioni del terzo settore. Con la Ra.Gi. proseguiamo su questo argomento, un cammino nato a seguito della stipula di un protocollo d’intesa, organizzando due giornate molto intense perché quest’anno coinvolgono non solo i ragazzi ma anche le rispettive famiglie e gli insegnanti».

“Non c’è più tempo” è un titolo emblematico e sta a significare che non si può continuare a stare a guardare mentre sempre più ragazze continuano a morire. E l’impellenza del problema si tocca con mano, quando si pensa, come ha sottolineato Elena Sodano, che «occorre partire con la prevenzione rivolta a studenti di scuola media, coinvolgendo anche le prime classi. Perché anche i ragazzi di quell’età cominciano a tenere in un’esagerata considerazione il proprio peso corporeo, divenendo vittime di quel sistema sociale per il quale conta il tuo aspetto, i tuoi successi e non ciò che sei veramente. Un sistema contro il quale si rivolge il cammino di lotta della Ra.Gi., resa più forte, oggi dal suo ingresso nella Consulta Nazionale per i Dca, “Consulta Noi”, formata da 20 associazioni di famiglie che vivono il problema dei Dca o che semplicemente fanno attività di prevenzione contro il fenomeno. Le metodologie impiegate dalla Ra.Gi. nella cura di queste patologie sono state la chiave d’accesso alla “Consulta Noi”, nella consapevolezza che l’unico modo per affrontare la cura di questi problemi è l’approccio multidisciplinare. Occorre una cura – ha proseguito la Sodano - ed occorrono delle strutture.  Nei pochi centri per Dca presenti in Italia le liste d’attesa sono lunghissime, in Calabria l’unica struttura che era aperta per la cura, l’osservazione e, se era necessario, anche per la residenza delle ragazze che soffrono di Dca, e che si trova a Montepaone, è stata aperta e dopo un po’ inspiegabilmente chiusa ed oggi è uno scheletro con un immenso giardino senza anima tra il silenzio politico ed istituzionale. Ed è di fronte a tutto questo ed a molto altro che nessuno, un domani, può lavarsi la coscienza dicendo Non Lo Sapevo».

«La lotta contro i Dca è divenuta ormai un dovere educativo ed etico per le scuole – sostiene il Dirigente scolastico Antonio Caligiuri – che devono “attrezzarsi” e svolgere, col supporto delle associazioni, delle attività mirate anche a regolare il rapporto dei ragazzi con la loro corporeità. Il problema dei Dca va affrontato nei termini di un vero progetto di vita, messo a punto da scuole, famiglie ed associazioni per trasmettere dei valori positivi, orientandosi nella cura educativa ed umana».

La trasmissione di corretti atteggiamenti per una vita sana devono partire anche dall’alimentazione, come ha sottolineato Assunta Ranieri.  «Abbiamo realizzato per i ragazzi dei questionari anonimi i cui risultati saranno resi noti successivamente – ha affermato la nutrizionista – perché dai loro racconti ci siamo resi conto che i momenti del pasto per i ragazzi non sono proprio come dovrebbero essere. Attraverso questi incontri cercheremo di trasmettere ai ragazzi un messaggio su come seguire una sana e corretta alimentazione».

«Proprio quelli che a prima vista sembrerebbero capricci legati all’alimentazione, come saltare un pasto o non mangiare alcuni alimenti, associati ad un aumento esagerato dell’attività fisica, potrebbero essere dei campanelli d’allarme per l’insorgere dei Dca e sono comportamenti da non sottovalutare – ha spiegato la psicologa Chiara Caccavari -. La prevenzione e l’informazione sono per la Ra.Gi. degli strumenti essenziali che permettono di stabilire una relazione di ascolto e dialogo con i ragazzi, che spesso non trovano in famiglia uno sguardo attento verso l’sorgere del loro disagio».

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