L’allarme

Disturbi alimentari seconda causa di morte tra gli adolescenti, Uil chiede più impegno alla Regione Calabria: «Servono fondi e posti letto»

VIDEO | In tutta Italia sono tre milioni le persone in cura. UilFpl sottolinea la gravità del taglio delle risorse da parte del Governo e invita la Cittadella a fare la sua parte, anche per limitare il ricorso alla migrazione sanitaria

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di Luana  Costa
11 marzo 2024
20:38

«Il mancato finanziamento del fondo nazionale per la cura dei disturbi alimentari è uno strappo che il Governo deve, prontamente, ricucire. A poco può bastare, in questo senso, l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento che ripristina, ma per il solo 2024, questo fondo in maniera parziale». È quanto denuncia la UilFpl Calabria insieme al Coordinamento pari opportunità in merito al taglio dei fondi per i disturbi alimentari.  

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«Ciò che serve nell’affrontare questi disturbi, che sempre più spesso affliggono anche minori in tenera età, è la certezza delle cure. Per ottenere questo risultato, per far sì che i centri operativi in tutta Italia - di cui tre in Calabria secondo quanto segnalato dall’Istituto superiore di sanità - possano offrire concretamente le loro prestazioni e assicurare i giusti trattamenti a chi ne ha bisogno, è fondamentale poter contare su un sostegno economico e finanziario strutturale», aggiunge la componente della segreteria organizzativa, Annarita Mancuso.


Annarita Mancuso

Secondo l'organizzazione mondiale della sanità, i disturbi alimentari costituiscono la seconda causa di morte tra le adolescenti e le giovani donne. In Italia risultano in cura per questa patologia oltre tre milioni di persone. «Chi è affetto da questa patologia ha bisogno di un’attenzione permanente. Per questo è di fondamentale importanza che i centri impegnati nella diagnosi e nella cura di questi disturbi abbiano a disposizione dei posti letto dedicati, cosa che per il momento è prevista sulla carta solo per il centro che, sempre stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, sarebbe operativo a Cetraro e non a Catanzaro e a Crotone».

«Avere dei posti letto a disposizione di ogni centro significa, da una parte, seguire al meglio chi ne ha bisogno e, dall’altra, limitare il ricorso alla migrazione sanitaria, con effetti benefici immediati sia per chi deve farsi curare e sia per la casse della sanità calabrese sulle quali gravano i costi di chi sceglie di farsi curare fuori regione. Le strutture, poi, sono spesso a corto di personale e, quindi, in difficoltà nello gestire le richieste di tutti coloro che manifestano disturbi dell’alimentazione».

Secondo il sindacato, è «importante che la Regione intervenga, intanto sollecitando il Governo a rendere strutturali i finanziamenti per il contrasto e la cura dei Dca e, per quanto di sua competenza, promuovendo - attraverso le Asp - il potenziamento di queste strutture dal punto di vista occupazione e finanziario. La Regione Calabria nel 2023 ha finanziato per oltre 780 mila euro il piano di attività per l’assistenza ai pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Il piano, di durata biennale, dovrebbe concludersi al 31 dicembre dell’anno in corso. Vista la complessità e la delicatezza dei problemi affrontati, spesso schiacciati da temi all’apparenza più importanti, è necessario prevedere il rinnovo del piano e, anche in questo caso, potenziare e rendere pluriennale la dote finanziaria».

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«La Regione Lombardia, solo per fare un esempio, ha erogato 6 milioni di euro quando i fondi nazionali sono stati sospesi. Nessuno deve mai dimenticare che stiamo parlando di persone fragili. In ultimo, ma non per ultimo - è la conclusione -, riteniamo importante chiedere alla classe politica che ci governa il varo del decreto attuativo utile a strutturare il percorso autonomo nei Lea dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Solo l’applicazione della legge del 2021, infatti, potrà rendere operativa un’area specifica all’interno dei Lea per i disturbi alimentali e, allo stesso tempo, prevedere un budget specifico che serva a obbligare ogni Regione ad attuare i Livelli essenziali di assistenza per questi disturbi».

Giornalista
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