VIBO, EMERGENZA RIFIUTI: IL SINDACO DI ACQUARO CHIEDE “INTERVENTO STRAORDINARIO”

Sull’ennesimo grido di allarme relativamente al paventato collasso del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti interviene il sindaco di Acquaro (VV) Giuseppe Barilaro.
9 giugno 2014
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VIBO VALENTIA - "Ben 43 sono, secondo le associazioni ambientaliste, i siti fuori norma nella nostra regione, ma nonostante ciò non riusciamo a trovare una via di uscita credibile per lo smaltimento di una buona parte dei rifiuti che quotidianamente vengono  prodotti" Inizia così il comunicato stampa a firma del sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, nonchè Commissario UDC Provincia di Vibo Valentia (nella foto)  -. "Si tratta di 1200 tonnellate al giorno il cui mancato smaltimento ci sottopone alle sanzioni dell'Unione Europea per infrazione della normativa comunitaria. E le prospettive nel breve periodo sembrano volgere ulteriormente al peggio. Tanto che, per segnalare uno dei casi più eclatanti, le autorità competenti già preannunciano per il prossimo mese di luglio la definitiva saturazione della discarica di Pianopoli dove tra l'altro, com'è noto, fanno riferimento tutti i centri della provincia vibonese. Dobbiamo quindi rassegnarci all'ormai consueto quanto triste spettacolo dei nostri centri abitati sommersi da montagne sempre più grandi di rifiuti maleodoranti di ogni genere che mettono seriamente a repentaglio la salute dei cittadini e l'intero ecosistema? - continua Giuseppe Barilaro - E quale impatto questa situazione avrà sui turisti che ancora oseranno avventurarsi nelle nostre contrade? Interrogativi pesanti quanto ineludibili, specie da parte della Regione Calabria che pure è ormai speditamente incamminata verso la chiusura di questa delicata fase politico-amministrativa. Ecco perchè, in tale scenario, suscita stupore e disappunto la notizia della recente approvazione di un provvedimento con il quale anzichè farsi seriamente carico  dell'emergenza rifiuti, il Dipartimento Politiche per l’Ambiente della Regione adotta la rimodulazione delle tariffe regionali dei rifiuti solidi urbani con rincari che arrivano a superare mediamente anche il 100%.Una decisione che, oltre ad assestare probabilmente il colpo definitivo e mortale alle finanze dei comuni calabresi, si riverserà in automatico sulle tasche dei cittadini, così infliggendo un altro durissimo colpo alla credibilità delle nostre istituzioni. Cosa fare, quindi, nell'immediato per fronteggiare adeguatamente questa gravissima emergenza? Caldeggiare un convinto intervento di “tutta” la classe politica regionale, innanzitutto.La prossima seduta di consiglio regionale potrebbe essere l'occasione giusta, considerato che con molta probabilità sarà anche l'ultima di questa legislatura, per una presa di coscienza del problema capace di superare inutili divisioni e contrapposizioni e finalizzata all'individuazione di un percorso condiviso che porti al superamento della fase emergenziale. Sempre alla politica regionale spetta il compito di stabilire modalità e tempi di un piano di rientro che permetta alla stragrande maggioranza dei comuni - attualmente morosi non per volontà ma per necessità! - di recuperare gradualmente la pregressa esposizione debitoria. I sindaci calabresi, devono fare sentire forte la loro voce, rifiutando una volta per tutte il ruolo di vittime sacrificali che in questa dolorosa vicenda si vedono assegnato. Occorre superare le logiche di appartenenza e ritrovarsi uniti promuovendo occasioni di incontro tra di loro e con i cittadini, per far capire al governo nazionale ed a quello regionale che non intendono più fungere da capro espiatorio per una situazione certamente subìta e non provocata. Ed assumendo, se necessario, decisioni  dal grande valore simbolico. 

LA PROPOSTA - Penso, ad esempio, all'avvio congiunto ed unitario della procedura di impugnazione del provvedimento unilaterale e palesemente illegittimo adottato dal Dipartimento Politiche per l'Ambiente della Regione Calabria. O, ancora, alla richiesta da avanzare al governo nazionale per un "intervento straordinario", alla stregua di quello a suo tempo adottato per Napoli, che troverebbe una sua oggettiva giustificazione nelle tante altre situazioni emergenziali e di crisi che da sempre caratterizzano la nostra regione. E che nel caso specifico potrebbe concretizzarsi in una "cabina di regia" composta da esponenti del governo e della regione e da una rappresentanza dei sindaci calabresi con l'obiettivo dichiarato di varare un piano finalizzato all'adozione di nuove strategie per la soluzione del problema.  Potrebbero essere questi i primi passi verso una ritrovata unità di intenti che porti ad un nuovo protagonismo delle amministrazioni locali della nostra regione e, nel contempo, all'assunzione delle responsabilità che competono ad ognuno degli attori istituzionali in campo.


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