Immondizia e polemiche

Emergenza rifiuti, a Corigliano Rossano scontro sulle responsabilità: accuse tra Straface e il sindaco Stasi

Per la consigliera regionale la Cittadella non ha alcuna responsabilità, ma le colpe sarebbero tutte del Comune. Il primo cittadino risponde a muso duro: «Le Ato create dalla Regione sono scatole ingovernabili. Servono atti per sbloccare gli impianti e trovare nuovi siti di conferimento»

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di Matteo Lauria
5 ottobre 2022
15:55

La questione dell’emergenza rifiuti travolge anche la Sibaritide, come nel resto della Calabria. Il problema ruota attorno alla necessità di individuare nuovi siti di conferimento degli scarti. Ma, nel frattempo, prende corpo la gestione della contingenza e della necessità di trovare delle soluzioni a breve termine considerato che i cassonetti sono di nuovo stracolmi.

A Corigliano Rossano e nella Sibaritide lo scontro è tra il consigliere regionale Pasqualina Straface (FI) e il sindaco Flavio Stasi. Per la rappresentante azzurra «la Regione Calabria non ha alcuna competenza in merito alle cause delle difficoltà e dei disagi in atto. Basti pensare che la nuova Authority acqua-rifiuti, recentemente costituita, non è subentrata a quelli che sono, invece, i compiti delle Ato, né alcun avvicendamento è difatti avvenuto, ma ad oggi ha svolto unicamente una funzione di surroga nel caso di una mancata convocazione. È ancora demandato tutto alle stesse Ato, e quindi ai Comuni che ne fanno parte, il ruolo di far fronte alla problematica rifiuti sul territorio. A tal proposito, giova ricordare che l’Ato di Cosenza è ancora oggi privo di un bilancio, a differenza di quanto invece accaduto per gli analoghi organismi del resto del territorio calabrese».


Secondo la Straface «non si può invocare l’intervento della Regione per risolvere l’emergenza, ma continuare, come Comune, a riscuotere la Tari, demandando ad altri le responsabilità di un servizio che, invece, si continua a percepire come ente locale, con tutto ciò che ne deriva, ossia onori ma anche oneri. Il Comune di Corigliano Rossano è chiamato ad adempiere al pagamento della propria parte all’impresa deputata ad assolvere al servizio presso la discarica di Bucita; se questo non accade, le mensilità si sommano e il medesimo servizio, prima o poi, s’interrompe se non si assolve al corrispettivo dovuto. Il cosiddetto “centro di costo”, com’è normale che sia, ha delle spese, in primis quelle afferenti all’attività svolta dai lavoratori del settore. Qualora, come si sta attualmente verificando, l’ente locale non provvede a tutto ciò, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente, impedendo le più elementari condizioni di vivibilità ai cittadini».

Per il sindaco la responsabilità è in capo alla Regione: «Occorre individuare un sito per il conferimento»

Il primo cittadino, dal canto suo, ricorda che «l'Autorità Risorse Idriche e Rifiuti della Calabria ha già un commissario, Bruno Gualtieri, che quando è stato necessario si è sostituito all'Assemblea dell'Ato per esempio per approvare o non approvare i contratti». Secondo l’amministratore sul tema dei rifiuti ci si nasconde dietro a un dito perché «nessuno vuole dire la verità» circa la necessità di individuare un sito per il conferimento degli scarti.

«Il pasticcio del riordino del sistema rifiuti che ha creato scatole ingovernabili come gli Ato solo per passare la patata bollente ai Comuni, l'ha approvato un governo regionale di centrodestra nel 2014, mentre l'ultimo riordino, che possiamo battezzare “commissariamento a fasi alterne”, lo ha approvato il governo attuale».

Stasi ricorda che a Corigliano-Rossano sono stati attivati «contemporaneamente due impianti di trattamento e due impianti di stoccaggio, per sopperire ad un sistema scassato che ha creato negli anni solo ed esclusivamente la Regione Calabria». Sottolinea, inoltre, l’avvio del centro di costo a partire dal 2022 nel comune di Corigliano Rossano nonché «la rateizzazione di un debito di 16 milioni derivano dagli anni passati, su cui è meglio stendere un velo pietoso».

Sul capitolo Tari, il sindaco Stasi parla di «rogna che continua ad essere mollata ai comuni senza alcun onore, forse bisognerebbe sapere che da tempo gli enti locali chiedono di centralizzare la riscossione, operazione finora impossibile a causa delle leggi inapplicabili (ed inapplicate) prodotte dalla Regione Calabria: basti pensare che nessuna Aro ha centralizzato il servizio di raccolta». 

Infine l’appello rivolto a chi governa la Regione: «Si vada negli uffici del dipartimento Ambiente e dell'Autorità regionale, cercando di produrre atti che sblocchino gli impianti ed individuino siti di conferimento, cercando di mettere insieme le istituzioni e non dividerle per i soliti miseri giochini elettorali».

Giornalista
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