VIDEO | Due i gruppi criminali smantellati dal blitz di questa mattina coordinato dalla Dda: 54 persone arrestate e 28 denunciate che però operavano in un’unica rete dedita al narcotraffico e allo spaccio
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In manette 54 persone, 28 denunciate e oltre 250 uomini impegnati tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Sono i numeri dell’operazione “Arangea bis - Oikos”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo, scattata alle prime luci dell’alba.
Le persone coinvolte sono tutte accusate di far parte di due distinte associazioni criminali dedite al traffico internazionale e allo spaccio di droga. In manette sono finiti soggetti attivi tra Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Gioia Tauro, Seminara, San Roberto e Catania.
Uno dei due gruppi smantellati operava principalmente nel territorio calabrese e siciliano, gestendo piazze di spaccio dove cocaina, crack, hashish e marijuana erano sempre disponibili. L’organizzazione, radicata anche su legami familiari, aveva come base operativa la casa del capo, situata in un comune dell’Aspromonte. Nonostante fosse già ai domiciliari, l’uomo continuava a gestire l’intero traffico: decideva l’acquisto della droga, stabiliva prezzi e modalità di pagamento – spesso usando metodi violenti – e distribuiva i compiti tra i vari pusher.
Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2024 dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, hanno permesso di documentare ogni fase della filiera criminale, dal trasporto della droga – nascosta in sacchi della spazzatura o in borsoni – fino alla consegna ai clienti. In un’occasione, la polizia ha intercettato due involucri di marijuana diretti a Catania.
Il gruppo si serviva di contatti telefonici e messaggi su app crittografate per accordarsi con i clienti. Gli scambi avvenivano in zone note per essere centri di spaccio. Durante i controlli, le Fiamme Gialle hanno sequestrato dosi di droga e arrestato un membro della banda con oltre due chili di marijuana pronti per la vendita.
La coca dal Sud America al porto di Gioia
Il secondo gruppo era invece specializzato nell’importazione di cocaina da Ecuador, Spagna, Germania, Olanda, Belgio e Albania, sfruttando il porto di Gioia Tauro come punto nevralgico per l’arrivo della merce. Le indagini – proseguimento dell’operazione “Arangea” conclusa nel maggio 2024 – hanno messo in luce una struttura criminale solida, con ramificazioni internazionali e collegamenti con storiche cosche di ‘ndrangheta.
Tra i risultati più rilevanti: il sequestro di 117 kg di cocaina nascosti in un camion appena uscito dal porto di Gioia Tauro, e di 483.000 euro in contanti trovati in un deposito a Reggio Calabria.
Riciclaggio e appalti nel mirino
Il denaro guadagnato con il traffico di droga veniva poi ripulito attraverso un sistema che coinvolgeva soggetti di origine cinese con base a Roma. Questi reinserivano i soldi nel circuito legale con operazioni finanziarie mirate.
Le intercettazioni hanno rivelato anche l’uso di sistemi di messaggistica criptata come SkyEcc, strumento sempre più diffuso tra le organizzazioni criminali per sfuggire ai controlli.
Tra i reati contestati anche un grave episodio di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore edile che si era aggiudicato un appalto da 230mila euro per la costruzione di una strada nella zona di Roccaforte del Greco.
Oltre agli arresti, i carabinieri hanno eseguito un sequestro preventivo di beni mobili e immobili, conti correnti, società e rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Un colpo importante alle casse dell’organizzazione.