Amministrative, e se Lamezia rifiutasse i partiti?

La vittoria di Sonni spia di un nuovo modo di vedere la politica.
di Tiziana Bagnato
14 aprile 2015
14:50

Mentre Rosario Piccioni, candidato con il movimento Lamezia Insieme, prende tempo e a chi gli chiede se è disposto ad allearsi con Tommaso Sonni, uscito vincitore dalle primarie, risponde di attendere evoluzioni, una cosa è certa: il grande perdente è stato sì il Partito Democratico, al centro, nelle ultime settimane, di rocamboleschi cambi di rotta, di candidature prima presentate ufficialmente e poi ritirate, ma a perdere sono stati probabilmente gli apparati di partito.


A vincere, invece, le persone, i movimenti, la voglia di fare, lo sguardo disilluso di chi non deve avere a che fare con gruppi dirigenziali, con discrasie tra base e piani alti.



Ecco perché se lo stesso vento dovesse soffiare sul centrodestra, ad essere battuto sarebbe Paolo Mascaro, tanto vergine dal punto di vista politico quanto circondato da un corollario di partiti che hanno fatto storia in città. Ne trarrebbe vantaggio, invece, Pasqualino Ruberto  che con  partiti, afferma, non vuole avere a che fare se questi devono porsi come feudi e se cercano candidati da sostenere per poi imporre loro condizioni e metodi.


Intanto, Sonni si gode il suo momento e sul Pd evita di accanirsi: «Sconta le difficoltà dell'ultimo anno – ha dichiarato al Corriere della Calabria - il partito è stato frammentato, con modi diversi di intendere la politica e il rapporto con l'amministrazione comunale. Una stranezza che si è verificata sia con la giunta Speranza sia con quella Lo Moro».

Giornalista
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