L’analisi

Il centrosinistra non ha votato per Gratteri a Napoli: nuova prova di mancanza di sintonia con il “popolo”

Il procuratore scelto dal Csm per guidare la procura partenopea con i soli voti degli esponenti del centrodestra, due giorni prima l'attacco alla Camera di Giacchetti. Un segno della distanza della sinistra dal comune sentire della gente

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di Massimo Clausi
14 settembre 2023
18:04
Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

Gramsci la definiva la “connessione sentimentale", quella empatia fra il partito e le istanze e i desideri del popolo che intendeva rappresentare. La connessione sentimentale è il problema di questo centrosinistra che sembra aver smarrito il feeling con la sua gente.

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L’ultima prova arriva dalla recente nomina del plenum del Csm di Nicola Gratteri a Procuratore di Napoli. Come sottolinea “Il Fatto Quotidiano” «al Csm nessun suo esponente – laico e togato – ha votato per il nuovo procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Né i consiglieri eletti dai magistrati nelle correnti progressiste Area e Magistratura democratica, né quello eletto dal Parlamento in quota Pd». Così si è registrato un paradosso politico: Gratteri, mentre è stato bersaglio di attacchi mediatici dei giornali che si riferiscono all’area del centrodestra (Libero, Giornale, Foglio), ha battuto gli altri candidati grazie ai 19 voti (su 30) dei laici di destra (FdI, Lega, FI e Iv) e del M5S, del Pg della Cassazione, dei togati di Magistratura Indipendente, di uno di Unicost e di un indipendente.


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Ma la cosa più interessante è capire perché gli esponenti di centrosinistra hanno preferito puntare su Rosa Volpe, ottima procuratrice reggente a Napoli da oltre un anno, ma molto meno titolata di Gratteri e quindi con scarsissime probabilità di successo.

Al procuratore di Catanzaro, per esempio, viene contestato di pretendere dai magistrati la presenza fisica in ufficio. Sentito dal Csm, infatti, Gratteri, ha dichiarato: «Se tu fino adesso sei stato abituato o hai deciso di arrivare alle 10.30 di mattina, se vado io a Napoli tu non vieni alle 10.30 di mattina, tu devi arrivare alle 8.30 del mattino e poi ti riposi la domenica. Cioè se tu vuoi fare procura devi venire la mattina e te ne esci la sera, a meno che non sei in udienza». Orrore!

Il problema quindi non è la contestazione sul piano del garantismo, delle manette facili e delle inchieste show come dicono i suoi detrattori, ma la volontà di Gratteri di imporre ai suoi colleghi comportamenti normali in qualsiasi altro settore della pubblica amministrazione ovvero assicurare la presenza in ufficio negli orari prestabiliti.

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Ma la circostanza non deve sorprendere perché sole 24 ore prima del voto del Csm il nostro Procuratore era stato protagonista suo malgrado anche alla Camera. “Merito” di Roberto Giacchetti, deputato di ItaliaViva: «S’intervenga presso il Csm per tutelare le prerogative parlamentari e stigmatizzare la presa di posizione del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in riferimento ad alcune sue considerazioni espresse durante un'audizione a palazzo dei Marescialli a proposito di interrogazioni presentate alla Camera da Roberto Giachetti, Riccardo Magi ed Enza Bruno Bossio e al Senato da Emma Bonino, sulla vicenda giudiziaria che coinvolge l'esponente di Forza Italia Giancarlo Pittelli». Il riferimento è al commento attribuito a Gratteri a proposito di un’interrogazione, firmata da Giachetti e dai parlamentari Magi e Bonino (+Europa) e Bruno Bossio (Pd) sulla vicenda dell’ex senatore Pittelli (FI), a processo per mafia. «Non posso rispondere a imputati ai domiciliari che chiamano parlamentari per dettare interrogazioni» disse il Procuratore al Csm lo scorso 30 maggio, ma Giacchetti se n’è ricordato due giorni fa e poi, alla notizia della nomina, ha sobriamente commentato «la mia solidarietà ai napoletani». Incurante del fatto che il suo leader di partito, Matteo Renzi, aveva pensato proprio a Gratteri come Ministro della Giustizia. Difatti il cosentino Ernesto Carbone, membro laico del Csm e sodale di lunga data di Renzi, non ha riflettuto nemmeno un secondo su chi votare.

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Insomma, il centrosinistra sembra proprio che non lo volesse Gratteri a Napoli. Tutto legittimo per carità, ma se avesse avuto un pelino di empatia in più con quello che gli accade intorno, il centrosinistra avrebbe scoperto quanto il Procuratore sia amato dalla gente, non solo in Calabria. Lo dimostrano i bagni di folla cui il Procuratore si sottopone quando con grande autoironia si definisce “soubrette”, un'etichetta che si appiccica volentieri pur di parlare ai ragazzi (e agli adulti) delle distorsioni che la criminalità organizzata inietta in ogni aspetto della nostra società. Se poi il centrosinistra volesse sapere perché il procuratore è così amato, al di là di eventuali errori che fanno parte dell’uomo, la risposta la può trovare proprio in quelle piazze, nella gente che si mette in coda per ascoltarlo o per avere una copia firmata di un libro. La verità è che Gratteri, al netto di eventuali colpe, ha un merito su tutti: quello di aver ridato ai calabresi fiducia nella Giustizia e nello Stato diventandone, anche suo malgrado, una icona

 

Giornalista
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