Lamezia, dimissioni Falvo comitato 4 gennaio: «Inaccettabile il silenzio sullo scioglimento»

L'ex componente dell'associazione nata per festeggiare i cinquanta anni dalla nascita della città, punta il dito contro il silenzio dopo il terzo commissariamento, nonostante questo abbia portato a perdere anche molti componenti in quanto consiglieri comunali decaduti
di Tiziana Bagnato
3 gennaio 2018
11:59

Cinquantenario di Lamezia toccato non solo dal terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose ma anche dalla polemica. Dopo le dimissioni dal comitato, nato proprio per festeggiare il mezzo secolo di vita della città, dell’avvocato Fabrizio Falvo lo abbiamo raggiunto nel suo studio per capire che cosa ha mosso la sua decisione a pochi giorni dalla giornata di celebrazioni.

 


 Per l’ex componente del comitato la colpa più grande è quella di avere preteso fino ad ora di fare finta di nulla, nonostante lo scioglimento abbia avuto delle conseguenze dirette sull’associazione. A comporla, infatti, erano i consiglieri comunali della commissione cultura e i delegati da questi designati, tra cui Falvo.

 

Ora i membri dell’assise sono decaduti a causa dello scioglimento e di conseguenza anche dal comitato e diversi tra loro vengono anche citati nelle carte prodotte dalla commissione d’accesso agli atti a sostegno della tesi della necessità di un intervento dello Stato e, quindi, di un commissariamento dell’amministrazione comunale. 

 

Il terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose, un record nazionale per un città con più di 50 mila abitanti e la considerazione, spiega Falvo, fatta da Prefetto e Ministro dell’Interno Minniti secondo la quale c’è un filo rosso che lega i tre scioglimenti, con personaggi che, tramite ricambio generazionale, avrebbero continuato ad avere un’ascendente sulle amministrazioni, sono elementi che avrebbero meritato a suo parere quanto meno un momento di riflessione o delle esternazioni.

 

Tutto è passato, invece, sotto silenzio. Un silenzio che secondo l’avvocato ben rappresenta plasticamente le motivazioni di fondo che hanno portato Lamezia nel limbo del commissariamento. 

 

Falvo stigmatizza anche la scelta, fatta tramite concorso, del logo vincitore per il cinquantenario. Alle polemiche che questa aveva già sollevato sui social si unisc e anche così la sua tagliente considerazione : « Ci fregeremo di un logo ispirato, diciamo così, da una fugace ricerca su Google. Quando ci siamo insediati siamo stati accolti con grande scetticismo (per usare un eufemismo) dai lametini, ora rischiamo di apparire grotteschi. Per me basta così».

Giornalista
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