“I rapporti tra Cina e Francia dal 1949 alla fine del bipolarismo”, ecco il primo libro del giornalista calabrese Antonello Torchia
VIDEO | Del volume si è discusso con l'autore nella sala conferenze della Camera dei deputati a Roma alla presenza del capoufficio politico dell’ambasciata cinese Huang Ruikài
La Sala Conferenze stampa della Camera dei Deputati a Roma ha ospitato la presentazione del libro “I rapporti tra Cina e Francia dal 1949 alla fine del bipolarismo” (Santelli editore) del giornalista Antonello Torchia. Al tavolo dei relatori, oltre all’autore, Pino Nano, già Caporedattore Centrale TGR Rai, che ha moderato il dibattito, e l’onorevole Domenico Furgiuele. Presente in Sala Huang Ruikai, capoufficio politico dell’ambasciata cinese, giunto a Montecitorio alla guida di una delegazione.
La narrazione trova il suo momento centrale nello storico avvio delle relazioni diplomatiche tra Repubblica Popolare Cinese e Francia, avvenuto nel mese di gennaio del 1964: De Gaulle e Mao Zedong sono uniti dalla volontà di slegare Francia e Cina dai vincoli del mondo bipolare imposto dalla guerra fredda. De Gaulle, dal 1963, punta alla mondializzazione della politica estera francese, mentre la Cina è reduce, nel 1960, dalla rottura dei rapporti con l’Unione Sovietica. «L’attenzione riposta nel testo sui rapporti passati tra Francia e Cina, assume una grande valenza oggi che la Repubblica Popolare Cinese – ha detto Pino Nano, introducendo i lavori - è divenuta ancor di più una grande realtà, soprattutto dal punto di vista economico. Per questo è un libro importante, da divulgare, raccontare e diffondere».
«Si tratta di un testo – ha detto l’onorevole Furgiuele - che tratta di un argomento non estemporaneo, ma che investe l’attualità. Il libro, attraverso un excursus storico, mette in risalto i rapporti tra Cina e Francia. C’è stato un periodo in cui Francia e Cina erano dei locomotori nei rispettivi continenti. Da queste vicende del passato parte una riflessione. Esisteva una certa autorevolezza, quella che oggi manca in Europa, sia sulla visione geopolitica generale che sui conflitti che stanno incendiando il mondo. La causa è da ricercare, quindi, nella mancanza di autorevolezza della classe dirigente e nella globalizzazione che ha portato la Cina a diventare più grande».
«Occorre ricordare – ha evidenziato Antonello Torchia - che prima della caduta del muro di Berlino nel 1989 e della disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991, il sistema bipolare presentava alcune crepe già negli anni sessanta. La struttura bipolare che contraddistingueva il sistema internazionale non rispecchiava le mire indipendentistiche della Francia di de Gaulle e non si conciliava con il suo ruolo di grande potenza. Anche per Mao Zedong le questioni internazionali non potevano essere monopolizzate solo da alcune grandi potenze».
Pino Nano ha portato i saluti dello storico Saverio di Bella, già senatore della Repubblica. Proprio nel libro è presente un’intervista dell’autore all’accademico e storico Di Bella sul passaggio dal bipolarismo al multipolarismo. «La storia – ha scritto lo storico Di Bella - ci consegna una realtà mondiale multipolare ed è su questa realtà che bisogna costruire il futuro. Un futuro di pace che veda protagonisti tutti gli Stati, grandi o piccoli che siano. E' evidente che popoli e Stati, come quello cinese e quello francese, possono dare un contributo rilevantissimo per costruire la pace».