Rimborsopoli, le contestazioni al presidente del consiglio Scalzo VIDEO

E' il metodo a non convincere i giudici di Reggio. I rimborsi del gruppo Pd tra il 2010 e il 2012 sarebbero stati erogati con modalità incompatibili alla gestione di denaro pubblico. Sarebbe questo quanto contestato, fra gli altri, all'attuale presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo.
di Francesco Creazzo
29 giugno 2015
11:21

È lo stesso giudice a definire “modesti” gli importi contestati al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo per il 2010-2012, periodo in cui da consigliere regionale faceva parte del gruppo consiliare Pd guidato da Sandro Principe. Se le somme sono relativamente esigue – poco più di 25mila euro – è il metodo di rendiconto a non convincere gli inquirenti. Secondo il giudice per le indagini preliminari, il metodo inventato da Principe e utilizzato da Scalzo non sarebbe dei più consoni a gestire fondi pubblici vincolati strettamente all'attività dei gruppi consiliari.


“Emerge chiaramente come il consigliere Scalzo – si legge nell'ordinanza – non abbia giustificato l'impiego di tutte le somme ricevute. Tale eventualità appare ben possibile  in ragione della metodologia seguita dal Principe per la gestione dei fondi basata sulla liquidazione anticipata della parte mensile spettante a ciascun consigliere e sulla successiva giustificazione delle spese a piè di lista”. Una specie di stipendio, insomma, di cui i consiglieri avrebbero disposto per poi giustificare le spese a fine mese. Scalzo dovrà quindi chiarire la sua posizione mentre nel frattempo la giunta Oliverio perde sempre più pezzi. Dopo le dimissioni di De Gaetano e Ciconte e il formale passo indietro chiesto da Oliverio a Guccione, il governo regionale traballa sotto i colpi di un'inchiesta epocale.


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