La lettera

Voto inquinato a Corigliano Rossano? Rapani scrive a Viminale e Procura ma spara nel mucchio e non fa nomi

L’esponente di Fdi, membro della Commissione giustizia, imbuca una lettera dai toni estremamente allarmanti facendo un generico riferimento alla corruzione senza però mettere a fuoco le accuse: «Un fenomeno che riguarda tutti gli schieramenti»

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di Luca Latella
8 maggio 2024
21:20
Il senatore Ernesto Rapani
Il senatore Ernesto Rapani

«È importante porre maggiore attenzione e vigilanza sulle dinamiche che si verificano nel territorio». È questo uno dei passaggi della lettera che il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, ha inviato oggi al prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, al procuratore della Repubblica del tribunale di Castrovillari, Alessandro D’Alessio ed al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ventilando ipotesi di voto di scambio a Corigliano Rossano e, in generale, sul territorio della Sibaritide.

Un’accusa grave che Rapani, però, non corrobora con specifici episodi e, meno che mai, facendo nomi. Il senatore, che è anche membro della Commissione parlamentare Giustizia, si limita a proiettare sinistre ombre di corruzione sulla campagna elettorale, esprimendo «preoccupazione riguardo al ripetersi di notizie sconfortanti che riguardano il fenomeno della corruzione e del voto di scambio», che coinvolgono diverse realtà «tra cui quella di Corigliano Rossano, dove la comunità è chiamata alle urne nella prossima campagna elettorale». Quali siano queste «notizie sconfortanti» non lo dice, né giustifica in alcun modo la sua iniziativa. Si limita a richiamare il «contesto nazionale in cui numerose Procure stanno conducendo indagini rilevanti su tali pratiche illegali» e sollecita quindi «maggiore attenzione e vigilanza sulle dinamiche che si verificano nel territorio». «Pur mantenendo la fiducia nella magistratura e nel suo ruolo di contrasto alla corruzione - dice nella premessa d’ordinanza -, è nostro dovere garantire la massima trasparenza nelle liste elettorali, evitando influenze indebite e candidature dettate da interessi personali».


Un fenomeno, quello del voto inquinato dalla corruzione, che – ci tiene a precisare Rapani - «riguarda l'intera classe dirigente», senza distinzioni tra fazioni politiche. Passaggio che rende ancora più arduo comprendere con chi ce l’abbia, visto che lui sostiene la candidatura a sindaco di Pasqualina Straface, in corsa nelle elezioni di giugno contro il sindaco uscente Flavio Stasi, candidato del centrosinistra.

E ancora, con un richiamo erga omnes, aggiunge: «È essenziale che la politica stessa adotti un approccio rigoroso nella selezione dei propri rappresentanti, basato sul merito, sull'integrità e sull'impegno, al fine di garantire una leadership idonea e responsabile. È nostro compito esercitare un ruolo attivo nella scelta dei candidati, assicurando che siano selezionati per le loro competenze e virtù, e non per altre considerazioni estranee alla politica».

Confidando nella «vigilanza e nell'azione tempestiva delle istituzioni preposte per contrastare efficacemente questo fenomeno dilagante», il senatore conclude sottolineando come «solo attraverso un impegno comune e incisivo possiamo preservare l'integrità del nostro sistema democratico e ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

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