La ricorrenza

Cosenza, il popolo dei Lupi è in festa per i 110 anni del club. E stasera i rossoblù sfidano la Samp

Una data di riferimento ufficiale non c’è, ma è prassi che la storia del calcio all’ombra della Sila parta il 23 febbraio del 1914. La partita di oggi conto i liguri, importantissima per la classifica, passa quasi in secondo piano rispetto al contesto con cui la giornata scivolerà via

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di Antonio Clausi
23 febbraio 2024
07:40
L’esultanza di Riccardo Zampagna dopo il gol vittoria contro la Salernitana (stagione 2000/01)
L’esultanza di Riccardo Zampagna dopo il gol vittoria contro la Salernitana (stagione 2000/01)

I 110 anni storia del Cosenza Calcio sono l’arbitro Rebuffo, l’invasione con la Paganese, Renzo Aldi portato in trionfo, la Coppa Anglo Italiana e la Coppa Italia di Lega Pro, un tamburino di Stilo spaesato in una città di provincia nel pieno di una guerra di mafia, Gianni Di Marzio invocare attacchi alla baionetta e fare contestualmente ampi cenni di chiudersi a riccio, la trasferta di Catanzaro, il traghetto per Messina, Bruno Giorgi, il palo di Lombardo, la sassaiola di Lecce, il -9 in classifica, i Nuclei Sconvolti, Zampagna con la Salernitana, Denis Bergamini e Massimiliano Catena, i fallimenti, la Serie D, Pescara due volte.

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Non c’è un secondo che non sia stato vissuto con trasporto emotivo e con l’amore che merita una grande passione. La partita di stasera con la Sampdoria, importantissima ai fini della classifica, passa in secondo piano rispetto al contesto con cui la giornata scivolerà via.


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È una ricorrenza particolare, il compleanno della Cosenza sportiva. Una data di riferimento ufficiale non c’è, ma è prassi che la storia del calcio all’ombra della Sila parta il 23 febbraio del 1914. Si giocò Fortitudo Cosenza-Catanzaro sul polveroso terreno di Piazza d’Armi e il match terminò 1-1.

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Il Cosenza oggi compie 110 anni di storia e alcuni istanti sono stati lunghissimi, immensi: sembrava che il tempo non finisse mai. Altri sono stati così intensi da apparire dannatamente brevi e circoscritti in un battito di ciglia. Nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che il pallone in rete non c’era più. In molti maledicono il palo di Lombardo, altri i cinque minuti di corto circuito al Bentegodi di Verona contro il Chievo. La tifoseria quella volta aveva fatto la bocca a vedere saltellare sull’erbetta maligna del San Vito, oggi stadio Gigi Marulla, Del Piero, Totti e Ronaldo. Ronaldo dell’epoca, eh: Ronaldo il Fenomeno.

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La storia dei Lupi è fatta da tante pagine tristi, da campetti di periferia calcati con lo stesso orgoglio con cui un giorno i rossoblù scenderanno in campo a San Siro. L’unico impianto, insieme a quello nuovo della Juventus, dove il Cosenza non ha mai giocato.

Stasera allo stadio, però, chiunque è pronto a scommettere che «il nostro giorno verrà». C’era scritto anche su uno striscione: "Our day will come". Si scorgeva una quindicina di anni fa in mezzo alle bandiere rossoblù. Quelle non tramonteranno mai, così come l’amore di un popolo per la sua squadra del cuore. L’unica cosa al mondo che non si cambia nella vita insieme alla mamma.

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