L’uomo, elemento di spicco nella consorteria criminale, ha violato gli obblighi imposti dalla misura di prevenzione, che prevede, tra le varie, quello di non frequentare abitualmente persone che hanno riportato condanne
Si tratta di Giuseppe Iamonte elemento di vertice dell’omonima cosca. Il 68enne sarebbe stato stato sorpreso dai militari in compagnia di altro soggetto anch’esso già noto alle forze dell’ordine
Regge anche in Appello l’accusa della Dda di Reggio Calabria nell’inchiesta “Ada-Sipario” che vede alla sbarra gli appartenenti al clan egemone a Melito Porto Salvo. Diversi reati prescritti e numerose rimodulazioni di pena.
L’imprenditore è sicuro che senza la cosca di ‘ndrangheta, Melito sarebbe stata “fagocitata” dai roghudesi. E il pentito Aiello accusa: «Vincenzo Iamonte era seduto al posto di Azzarà. Mi disse che l’Ased era cosa loro».
Il procuratore di Reggio nel corso della conferenza stampa: «Al centro dell’indagine l’imprenditore Rosario Azzarà pronto a soddisfare la 'ndrangheta e gli amministratori dei comuni del basso Ionio reggino»
Le indagini coinvolgono i clan facenti capo alle famiglie Iamonte e Paviglianiti. Le cosche avrebbero condizionato il regolare svolgimento di gare d’appalto nonché influenzato le elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo
I dieci presunti affiliati alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, erano stati condannati nel gennaio scorso dal gup a pene variabili dai 6 ai 10 anni per associazione mafiosa
In manette sono finiti alcuni presunti esponenti della cosca Iamonte di Melito Porto Salvo. Associazione per delinquere di tipo mafioso il reato contestato