'Ndrangheta: "Non pronunciare il nome del boss Grande-Aracri". Intimidazione a una parlamentare reggiana del M5s

Il fatto si è verificato nel capoluogo emiliano a conclusione di una manifestazione sull'acqua pubblica. La donna da tempo chiede le dimissioni del sindaco di Brescello.
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di T.F.
20 ottobre 2014
00:00

Reggio Emilia - Un racconto sconvolgente che non arriva dal profondo sud. Perché le minacce della 'ndrangheta agli amministratori che non rispondono ai suoi ordini da tempo hanno varcato il Pollino.

Vittima dell'intimidazione, nella fattispecie, una deputata del Movimento 5 Stelle, nella giornata di sabato. " Mi si sono avvicinate  - ha denunciato l'emiliana Elena Spadoni- tre persone. Una di queste mi ha detto che il nome di Grande Aracri non lo devo più fare >>.Parole dinanzi alle quali la donna non è rimasta con le mani conserte recandosi prontamente a sporgere denuncia contro ignoti.

Da tempo peraltro, insieme ai suoi colleghi di partito, Elena Spadoni chiede le dimissioni del sindaco di Brescello Marcello Coffrini, a seguito dei suoi apprezzamenti al boss calabrese. <<E' un uomo educato – avrebbe riferito il primo cittadino – vissuto sempre a basso livello >>.  

E durante la manifestazione a difesa dell'acqua pubblica dell'altro ieri il riferimento generico al pericolo delle infiltrazioni mafiose << che purtroppo riscontriamo anche nel nostro territorio>> sarebbe apparso a qualcuno tutt'altro che casuale. Da qui la minaccia che ha acceso i riflettori sull'opulenta città del nord del paese.


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