Pizzo, la pineta di Colamaio tra rifiuti e incuria: spettacolo della natura preda degli zozzoni

VIDEO | Come ogni estate viene presa d’assalto da vacanzieri che abbandonano la loro spazzatura tra gli alberi. Il commissario Reppucci: «Anche se la raccogliamo, i nostri mezzi spesso trovano chiusi i cancelli della discarica»

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di Cristina Iannuzzi
30 agosto 2020
13:00

Un’area vasta, tra pini secolari e caratteristici sentieri. La pineta di Pizzo in località Colamaio è la meta prediletta per le scampagnate. Ogni anno a ferragosto viene presa d'assalto dai villeggianti. Ciò che lasciano è desolante. E ciò che lasciano non viene ripulito, per giorni, settimane a volte mesi.

La spazzatura abbandonata nella pineta

Quando va bene l'immondizia viene raccolta e abbandonata nei sacchetti. Ma l'inciviltà non conosce limiti, né vergogna. Ed ecco che ai piedi di uno dei tanti alberi qualcuno, dopo aver bivaccato, ha lasciato a piatti, bicchieri e bottiglie vuote. «È una questione di inciviltà e di barbarie», commenta il commissario straordinario che guida il Comune di Pizzo Antonio Reppucci. Lo stesso ammette come il Municipio non riesca a fare una raccolta puntuale. Eppure, ogni qualvolta la zona viene bonificata,  neppure 24 ore dopo i soliti incivili tornano a depositare il pattume.


La questione rifiuti

Ma non sono solo i cittadini i principali responsabili: «Il piano regionale dei rifiuti fa acqua da tutte le parti - ammette il prefetto, che sottolinea l'impossibilità a conferire in discarica - I nostri mezzi più volte non possono scaricare in discarica e sono costretti a tornare indietro con i mezzi pieni di pattume». Questo succede perché Vibo è l'unica provincia a non avere un proprio impianto e dunque siamo costretti ad elemosinare il conferimento. La discarica di Catanzaro che accoglie i rifiuti  del vibonese, spesso chiude i cancelli perché satura.  

 

Il commissario straordinario punta il dito contro Regione Calabria e Ato: «Bisogna realizzare un impianto di stoccaggio dei rifiuti nel vibonese. Non possiamo continuare a dipendere dagli altri». Antonio Reppucci prova dunque a rompere con un passato di ritardi e negligenze, ma i corto circuiti del sistema di gestione dei rifiuti in Calabria finiscono col tenere in ostaggio anche i suoi buoni propositi: «Questa situazione di stallo e di incertezza in cui viviamo mi provoca un senso di frustrazione – ammette - Vorrei solo sapere dove portare i rifiuti di Pizzo, senza vivere nell’incertezza quotidiana di un cancello che potrebbe essere chiuso. Chiedo troppo?»

 

Giornalista
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