L’intervista

Don Giacomo Panizza: «Mare fuori? In Calabria lo abbiamo anticipato già nel 1977»

Il sacerdote anti-ndrangheta che presiede la comunità Progetto Sud di Lamezia: «Con i nostri disabili siamo riusciti a tirare fuori dal Minorile di Catanzaro 8 ragazzi»

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di Nico  De Luca
1 maggio 2023
19:30
Sullo sfondo alcuni dei protagonisti di Mare Fuori durante una scena, nel riquadro don Giacomo Panizza
Sullo sfondo alcuni dei protagonisti di Mare Fuori durante una scena, nel riquadro don Giacomo Panizza

Continua a spopolare la serie televisiva cult Mare fuori ambientata in un carcere minorile napoletano e basata sulle vicende rieducative di giovani reclusi provenienti in gran parte da famiglie camorriste.

«Noi già nel 1977 abbiamo precorso le tematiche che oggi sono focalizzate in Tv». A parlare è don Giacomo Panizza, il sacerdote bresciano anti-ndrangheta (epiteto affibbiatogli ma da lui contestato «è la 'ndrangheta ad essere anti-me») che da quasi 50 anni vive ed opera in Calabria, presiedendo la comunità Progetto Sud da lui stesso creata a Lamezia Terme.


«Con i nostri disabili siamo riusciti a tirare fuori dal Minorile di Catanzaro 8 ragazzi - dice don Giacomo - perché il giudice Daga si accorse come noi che l'educazione la davano più i figli dei boss che gli stessi educatori, dandoci fiducia. Le tematiche che si affrontano oggi nelle serie Tv di maggiore successo noi le abbiamo affrontate e sperimentate quasi 50 anni fa con un gruppo di disabili, quelli a cui la gente diceva "poverini", dando dignità a queste persone che facevano del bene agli altri; e speranza a quei ragazzi che non volevano proseguire sulla strada del crimine».

«Oggi - conclude don Panizza - ci sono 23 gruppi del genere in tutta la Calabria».

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