La riconsegna

La Filanda Filardi ritorna al Comune di Civita, Gallo: «Recuperiamo un’antica tradizione artigianale»

L’assessore regionale presente alla cerimonia di riconsegna. Il sindaco Tocci si è augurato che l’evento possa essere il preludio del dissequestro delle Gole del Raganello, teatro di un tragico incidente in cui morirono 10 escursionisti

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di Redazione
24 aprile 2023
08:06

La Regione Calabria ha consegnato al Comune di Civita l’Antica Filanda Filardi, oggi Museo di Archeologia Industriale. La formale consegna da parte del commissario regionale delle Comunità Montane al primo cittadino del borgo italo - albanese c’è stata nel corso di una manifestazione svoltasi nei pressi dell’ex opificio e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti della Regione Calabria, degli amministratori di Civita, di alcuni sindaci e amministratori del circondario e delle istituzioni politiche religiose e militari del territorio. I dettagli contenuti in una nota stampa. 

L’Antica Filanda Filardi

L’Antica Filanda Filardi, situata nei pressi del suggestivo “Ponte del Diavolo”, nata nel 1906 fu attiva fino al 1979. L’antico opificio era azionato ad acqua da macchinari di fabbricazione tedesca che consentivano di cardare e filare la lana proveniente dalle greggi di tutta la zona. La struttura, nel corso degli anni, grazie anche a interventi finanziati dall’allora Comunità Montana del Pollino, fu ristrutturata e, nel 2010, venne trasformata in un ecomuseo di archeologia industriale. Ieri, dopo alcuni anni di chiusura al pubblico, l’Antica Filanda Filardi è stata riconsegnata, da parte del commissario delle comunità montane, a seguito di accordo sottoscritto con il comune di Civita, al sindaco del borgo italo - albanese di Civita, Alessandro Tocci.


Alla manifestazione di riconsegna hanno partecipato, oltre al primo cittadino, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e Giacomo Giovinazzo, direttore generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, anche il comandante della stazione carabinieri di Francavilla Marittima, il maresciallo Vito Russo, i sindaci di Acquaformosa e di Frascineto, rispettivamente Gennaro Capparello e Angelo Catapano, Mimmo Pappaterra, già presidente del Parco nazionale del Pollino, gli assessori Vincenzo Mastrota e Vincenzo Oliveto, il presidente del Consiglio Antonluca De Salvo, e i consiglieri comunali di Civita Antonio Vavolizza e Vincenzo Miceli, il vicesindaco di Frascineto, Angelo Prioli, e la consigliere comunale Rosetta Perrone, il parroco di Civita, padre Remo Mosneag, Vittorio Blois e Domenico Ventimiglia, già sindaci di Civita, il presidente del Cai regionale, Rosamaria D’atri, con Eugenio Iannelli, vice presidente della sezione Cai di Castrovillari, il direttore di Calabria Verde, l’ingegnere Umberto Malagrinò, e l’avvocato Enzo Franco Filardi, in rappresentanza della Famiglia Filardi.

Le Gole del Raganello

Il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, nel suo intervento ha ripercorso, a grandi linee, la storia dell’opificio ricordando i tanti finanziamenti intercettati dai sindaci che si sono susseguiti nella guida del comune di Civita, per gli interventi che nel corso degli ultimi lustri hanno interessato la Filanda, oggi Museo di Archeologia industriare. Il sindaco Tocci ha, altresì, plaudito alla sinergia istituzionale (Regione – Comune) messa in atto in questa occasione augurandosi che questa possa continuare nel tempo anche per altre problematiche. Il primo cittadino di Civita, alla fine del suo intervento, si è augurato che l’evento possa essere il preludio del dissequestro delle Gole del Raganello. Il 10 agosto 2018, nel suggestivo sito, morirono 10 escursionisti travolti da una ondata di fango e detriti. 

«La riconsegna al comune di Civita dell’antica filanda Filardi è un’azione - ha sostenuto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo - finalizzata al recupero di un’antica tradizione artigianale che a Civita, attraverso l’impegno della famiglia Filardi, aveva avuto ampio sviluppo nel corso dei secoli passati e credo che questa azione sia finalizzata, innanzitutto, - ha concluso l’assessore Gallo - a un recupero culturale di un ricordo di un’attività imprenditoriale e artigianale importante».

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