VIBO: PORTANTINI SOSPETTI, PROCESSIONE ANNULLATA PER INFILTRAZIONI MAFIOSE

La decisione assunta dalla parrocchia e dalla diocesi in seguito alle determinazioni assunte dalla Prefettura e dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza
17 luglio 2014
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VIBO VALENTIA - Rione del Carmine, centro storico di Vibo Valentia, cuore della vecchia Monteleone. Da oltre un secolo, ogni anno, è qui che si tiene la processione della Madonna delle Grazie. Ed è qui che è scoppiato un nuovo, spinoso caso, conseguenza di quanto accaduto ad Oppido Mamertina. Un caso molto simile a quello di Sant’Onofrio e dell’Affruntata di Pasqua saltata per analoghi motivi.

 


L’informativa. Anche qui tutto è partito da un’informativa di polizia e carabinieri finita sul tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Nell’elenco dei nomi dei ventotto portatori della statua più di uno sarebbe stato cerchiato in rosso perché considerato direttamente o indirettamente vicino ad ambienti criminali. Quanto basta per commissariare di fatto la processione del Carmine per infiltrazioni mafiose.

 

Gli indiziati. Secondo quanto si apprende dall’Agi, l’attenzione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica si sarebbe concentrata su due persone in particolare legati agli ambienti della criminalità. Più nello specifico, fra i portatori della statua della Madonna del Carmelo ci sarebbe stato un commerciante di 45 anni, con precedenti per estorsione ed usura, il cui nominativo compare in diverse inchieste antimafia. Un'altra persona residente in città che avrebbe dovuto partecipare alla processione è stato invece indagato per tentato omicidio in un'operazione antimafia poi trasferita dalla Dda di Catanzaro a Vibo e successivamente archiviata.

 

No alla processione. Il parroco della Chiesa, don Bruno Cannatelli, aveva proposto al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di sostituire i portatori delle statue, ma la proposta è stata respinta, così come quella di far precedere il furgoncino, sul quale eventualmente portare la statua dai componenti della Confraternita. E come a Sant’Onofrio il parroco e i fedeli, d’accordo con la Diocesi guidata da monsignor Luigi Renzo, hanno quindi detto no alle misure straordinarie e alternative predisposte dalla Prefettura. La Madonna è così rimasta in Chiesa.  

 

 

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