L’intervista

Vibo, il prefetto Grieco: «Commissioni d’accesso non sono una punizione». Sui 3 Comuni al voto: «Finiremo in tempo il nostro lavoro»

VIDEO | Il rappresentate territoriale del governo spiega le cause dell'alto numero di amministrazioni attenzionate in provincia e sottolinea: «La nostra ricognizione non porta necessariamente allo scioglimento». Il punto sulle prossime comunali a Mileto, Nicotera e Tropea

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di Cristina Iannuzzi
12 marzo 2024
18:52

Negli ultimi mesi tre Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (Acquaro Capistrano e Soriano), in cinque è stata inviata una commissione d’accesso agli atti (Filadelfia, Mileto, Nicotera, Stefanaconi e Tropea). Commissione d’accesso anche all’Azienda sanitaria provinciale. Per un totale di 9 enti pubblici. Tutti in provincia di Vibo Valentia, che diventa così un caso nazionale. È infatti la provincia con il più alto tasso di commissariamenti per presunte infiltrazioni mafiose.  Un'onta per gli amministratori, un sigillo di garanzia per gli amministrati.

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«La commissione d’accesso non deve essere percepita come un provvedimento sanzionatorio, ma un momento di collaborazione con gli enti locali. Dobbiamo aiutare i Comuni a liberarsi da interferenze illecite per rendere questo territorio più libero», dice ai nostri microfoni il prefetto di Vibo Paolo Giovanni Grieco.


Ma quali sono le cause di un così alto numero di Comuni attenzionati? «Sicuramente vanno ricercate nella gran quantità procedimenti penali avviati soprattutto dalla Dda di Catanzaro, da cui emergono elementi utili per una valutazione sull’eventuale coinvolgimento di amministratori locali con realtà criminali del territorio. E poi qui ho incontrato vertici delle forze di polizia estremamente attenti su questa materia». Volontà convergenti insomma, con il prefetto che assicura che da parte sua c’è «l’intenzione di non lasciare indietro nulla».

«L’accesso agli atti non è però uguale a scioglimento», ci tiene a sottolineare. «Lo spirito è anche quello di dare un segnale ad amministratori e cittadinanza: c’è uno Stato che vigila».

E poi ci sono le elezioni amministrative. Lo strumento con cui i cittadini scelgono democraticamente i loro rappresentanti. Una spada di Damocle che pende sulla testa dei cittadini di Mileto, Nicotera e Tropea, dove sono in programma le elezioni dell’8 e 9 giugno. Nessuna interferenza, rassicura il prefetto: la commissione nei tre Comuni terminerà i lavori entro i primi di maggio, in tempo per la presentazione delle liste e l'avvio della campagna elettorale. Entro quella data i sindaci di Mileto, Tropea e Nicotera, rispettivamente Salvatore Fortunato Giordano, Giovanni Macrì e Giuseppe Marasco sapranno se potranno riproporsi all’elettorato nel tentativo di proseguire un nuovo mandato dell'attività amministrativa.

Ma a prescindere dai destini politici dei singoli, resta la volontà dello Stato, come mai era avvenuto prima, di accertare la trasparenza di ogni atto pubblico e, nei casi in cui dovesse rendersi necessario, riprendersi i suoi spazi per fare luce su eventuali coni d’ombra all’interno dei quali, per troppo tempo, si sono incrociati interessi di ogni tipo.

Giornalista
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