Lo schianto in una curva stretta, dove avevano già perso la vita altre due persone. La squadra della Rossanese, dove militava come portiere da tre stagioni, è arrivata compatta alla casa funeraria
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Rossano piange Gaetano Ruffo, 17 anni. Un ragazzo perbene, sorridente, portiere della Rossanese. Una vita spezzata nella notte tra sabato e domenica su un tratto maledetto della Statale 106 Jonica, tra curve strette e carreggiate ridotte. Gaetano ha perso la vita nel solito punto, quello che da anni raccoglie croci. Non è il primo, e purtroppo non sarà l’ultimo.
Era partito in moto da Rossano per raggiungere un amico a Solfara. Insieme erano poi andati a Mandatoriccio per una festa. A fine serata, aveva ripreso la sua due ruote per tornare a casa. Ma lungo quella statale che ti porta verso Cirò, il destino lo ha fermato. Una curva stretta, l’asfalto che non perdona. Nessun altro coinvolto. Nessuna autopsia, solo un accertamento esterno da parte del medico legale.
I funerali si terranno oggi alle 19 nella chiesa di San Pio X a Piragineti, quartiere dove Gaetano era nato e cresciuto. Saranno in tanti a salutarlo: amici, compagni di squadra, professori, conoscenti. Un fiume di dolore che già ieri si è riversato nella casa funeraria Uva allo scalo di Rossano. La squadra della Rossanese, dove militava come portiere da tre stagioni, è arrivata compatta. Gli è stata donata una maglia con il suo nome. Era il più giovane, ma anche uno dei più determinati. Aveva appena completato un campus per portieri. Il calcio era la sua passione.
Frequentava il liceo scientifico di Rossano. Terza B. Lo descrivono come un ragazzo buono, allegro, sempre pronto alla battuta. Uno di quelli che si fa voler bene da tutti. I compagni lo ricordano come «vivace, sorridente, mai sopra le righe». «Un amico vero» dice chi con lui condivideva la classe e il campo.
Gaetano lascia un vuoto immenso nella sua famiglia. Il padre Pierpaolo Ruffo e la madre Luisa Petrelli, entrambi assicuratori, i fratelli Enzo e Nicolò. Un nucleo unito, conosciuto e stimato in città. La notizia della sua morte ha toccato ogni angolo di Rossano. Il nome di Gaetano è rimbalzato di telefono in telefono, tra lacrime e incredulità.
Oggi Piragineti si stringerà attorno alla famiglia. Saranno liberati palloncini bianchi, simbolo di una vita strappata troppo presto. Una funzione religiosa sobria ma carica di dolore. E un silenzio assordante accompagnerà l’ultimo saluto.
Quella curva della Statale 106 torna ad essere teatro di lutto. È la stessa dove, negli anni scorsi, hanno perso la vita altre due persone. Si continua a morire sulle stesse strade, negli stessi punti, sotto gli stessi occhi. Ma nulla cambia. Le promesse restano tali. E i giovani come Gaetano non tornano indietro.