Decreto firmato. Il caso della neonata rapita a Cosenza procede a passo spedito. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Rosa Vespa, la donna che il 21 gennaio 2025 ha sottratto la piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore. Il provvedimento, firmato con fissazione udienza il 25 settembre, conferma l’impianto accusatorio formulato dal pubblico ministero Antonio Tridico.

Rosa Vespa, attualmente detenuta nella casa circondariale di Castrovillari, è accusata di sequestro di persona ai danni della neonata figlia di Federico Cavoto e Valeria Chiappetta, che si sono costituiti parte civile nel procedimento tramite gli avvocati Chiara Penna e Paolo Pisani.

La difesa di Rosa Vespa, rappresentata dall’avvocato Teresa Gallucci, avrà tempo fino alla data fissata nel decreto per valutare l’eventuale richiesta di riti alternativi.

Non solo il rapimento di Sofia

La vicenda giudiziaria, che aveva tenuto con il fiato sospeso l’intero Paese, aveva visto anche l’arresto di Moses Omogo, marito di Rosa Vespa, poi scagionato in sede di convalida dal GIP Claudia Pingitore e dallo stesso pubblico ministero Antonio Bruno Tridico. Per Omogo, del tutto ignaro del piano messo in atto dalla moglie, la procura di Cosenza ha già anticipato l'intenzione di chiedere l’archiviazione della sua posizione.

Nel frattempo, il fascicolo investigativo si è ampliato. L'ufficio di procura ha avviato due filoni di indagine paralleli, uno dei quali coinvolge direttamente la clinica privata di Cosenza.