Processo a Lucano, il teste: «Coop per la raccolta rifiuti non iscritte all’albo»

Nuova deposizione del maresciallo della Guardia di Finanza Vadalà, che però ammette che le indagini sui rapporti tra i titolari e l’ex sindaco non sono state approfondite. Intanto riunito a "Xenia" il procedimento relativo all'accusa di falso ideologico

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di Ilario  Balì
23 luglio 2020
10:48

Alcune cooperative che gestivano la raccolta dei rifiuti a Riace non erano iscritte agli albi regionali e provinciali. È quanto emerso dalla deposizione del maresciallo della Guardia di Finanza Leone Vadalà, teste dell’accusa al processo a Mimmo Lucano, l’ex sindaco famoso in tutto il mondo accusato di far parte di un’associazione a delinquere insieme ad altre 25 persone finalizzata alla truffa e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 


Sotto la lente del maresciallo le cooperative “L’Aquilone” e “Ecoriace”, guidate da Domenico Capone e Domenico Sgro. «L’iscrizione all’albo è un requisito fondamentale» ha ribadito il teste in aula, ammettendo tuttavia che le indagini sui rapporti tra i titolari e Lucano non sono state approfondite. Intanto il presidente del collegio Fulvio Accurso ha disposto la riunione al processo “Xenia” del procedimento penale relativo all’accusa di falsità ideologica commessa in relazione al rilascio di due carte d’identità contestata all’ex primo cittadino.

 

Il processo ripartirà il prossimo 14 settembre. Prevista una nuova deposizione del colonnello della Guardia di Finanza Nicola Sportelli.

Giornalista
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