Fine della fuga

Arrestato a Roma latitante vibonese imputato per narcotraffico internazionale

VIDEO | Giuseppe Campisi, classe 1960, aveva già scontato una condanna a trent'anni. Si nascondeva nella capitale camuffandosi con parrucche e documenti falsi, tra cui anche il green pass

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di Redazione
5 marzo 2022
08:24

È stato rintracciato e catturato a Roma il latitante Giuseppe Campisi, detto “Pino”, classe 1960, di Nicotera. L’arrestato, che già aveva scontato una precedente condanna (30 anni) per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio doloso ed estorsione, dal 23 ottobre 2019 si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro – sezione Riesame nell’ambito dell’operazione “Ossessione”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, che aveva consentito di disarticolare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, i cui appartenenti operavano anche per agevolare la cosca Mancuso, operante in tutta la provincia di Vibo Valentia e nei territori di Nicotera e Limbadi.

L'arresto di questa mattina è stato effettuato dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, dal Gico e da personale della Squadra mobile di Vibo con il supporto dello Scico e dello Sco, tutti coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.


L’individuazione del latitante, in prossimità della via Tuscolana della capitale, è stata possibile attraverso una ramificata e costante attività di controllo del territorio, svolta con le più moderne tecnologie, unitamente alla rivalutazione dell’ampio patrimonio info-investigativo disponibile sull’imputato e sui suoi familiari. Le indagini hanno consentito di accertare che, durante la latitanza, per evitare di essere riconosciuto, Campisi utilizzava delle parrucche e documenti di riconoscimento contraffatti (fra cui il green pass). Nell'abitazione in cui si trovava, trovati anche libri sulla 'ndrangheta tra cui uno scritto da Gratteri e Nicaso.

Il processo nato dall'inchiesta "Ossessione" è stato celebrato in ordinario dinanzi al Tribunale di Vibo ed in abbreviato dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro. La posizione di Giuseppe Campisi - ritenuto il referente del clan Mancuso in Lombardia - è di competenza del Tribunale di Milano.

Giuseppe Campisi è fratello del broker della cocaina Domenico Campisi, ucciso a Nicotera nel 2011, e zio di Antonio Campisi, arrestato il 17 dicembre scorso per il tentato omicidio a Ionadi di Dominic Signoretta, ritenuto l’armiere del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”.

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