«Medici codardi», l’inferno di Chiaravalle riemerge da una telefonata shock

La drammatica conversazione tra il responsabile della casa di riposo che chiedeva assistenza e il coordinatore del 118 costretto a comunicargli che nessuno andrà a prestare soccorso: «Si sono messi tutti in malattia». Il focolaio di Covid 19 nella Rsa provocò 28 decessi

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di Redazione
28 maggio 2020
17:15
Ambulanze all’esterno della Rsa di Chiaravalle
Ambulanze all’esterno della Rsa di Chiaravalle

Medici «codardi e disertori», pazienti lasciati senza assistenza sanitaria e dirigenti impotenti. È drammatica la ricostruzione fornita da alcune registrazioni trasmesse oggi dal Tgr Calabria, rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria della Rsa Domus Aurea di Chiaravalle Centrale (Cz), al centro di un focolaio di Covid-19 esploso il 27 marzo scorso con decine di positivi tra pazienti e personale, provocando 28 morti.

 


Ad aprire una polemica che non potrà non avere un seguito è una telefonata tra il coordinatore della centrale operativa del 118 di Catanzaro, Francesco Conca, e il titolare della struttura, Domenico De Santis. Quest’ultimo chiama allarmato il dirigente del 118, evidenziando l’impossibilità di garantire l’assistenza sanitaria, considerato che tutto il personale della residenza è finito in quarantena. La telefonata è drammatica. Conca risponde alle richieste di De Santis: «Io vi ho mandato i medici e gli infermieri che avevano disponibili»; «Ma non è venuto nessuno», risponde il titolare, ricevendo una risposta secca: «Si sono messi in malattia, che ci posso fare. Se sono dei codardi, dei disertori ancora meglio – afferma Conca - che ci possiamo fare io e lei».

 

Le registrazioni trasmesse dal telegiornale sono diverse. Compreso l’arrivo delle infermiere il 2 aprile. Davanti la Rsa il botta e risposta con De Santis che chiede notizie: «Mi hanno detto ‘state lì se magari c’è bisogno di qualcosa…», affermano le infermiere, «Ma fuori?», ribatte il titolare, «Né fuori, né dentro» è la risposta stizzita. Quindi l’invito, «e allora entrate o no?», e una nuova risposta secca: «Aspettiamo il 118 ed entriamo con loro».


Il medico, che avrebbe dovuto prestare servizio fino alle 14, arriva però alle 13,40 e dice: «Non vale la pena che mi infetto pure io, vale la pena per dieci minuti?». Quindi, va via senza entrare e senza visitare i pazienti: «No…e che visito, ormai, vale la pena? Ormai…». Davanti alla mancata assistenza dei pazienti richiusi nella struttura in provincia di Catanzaro, il titolare richiama Conca: «Mi ha detto che pomeriggio arriva un altro medico…», ma il dirigente del 118 replica: «Vi comunico già che si è messo in malattia…».

 

I toni della telefonata, ancora una volta, si fanno drammatici e De Santis ribatte: «Noi qui siamo senza medico, per stasera non ho nemmeno una persona…», ma la risposta di Conca non lascia margini di manovra: “Io tutto il personale che avevo nella possibilità di mandare, l’ho mandato con una disposizione di servizio. Se questi poi non vengono e sono tutelati da varie forme di leggi, perché chi è invalido, chi ha la 104, chi ha questo e chi ha quello, io che posso farci…».

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