Blitz anti pedopornografia, arresti in 15 regioni. Tra le vittime anche neonati

Sequestrate immagini raccapriccianti. La Polizia postale ha individuato una rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico

di Redazione
4 luglio 2020
08:21
Piedini di neonato, foto da pixabay
Piedini di neonato, foto da pixabay

Maxi operazione contro la pedopornografia in tutta Italia. La Polizia postale ha individuato una rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico. Eseguite 50 perquisizioni e arresti in 15 regioni, per detenzione, diffusione ed in alcuni casi, di produzione di materiale pedopornografico. Sequestrati file con immagini raccapriccianti di abusi su minori, ritraenti vere e proprie pratiche di sadismo dove le vittime erano anche neonati.

Il blitz anti pedopornografia

Sono oltre 200 gli investigatori del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e del Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Torino che stanno conducendo la più grande e complessa operazione di Polizia degli ultimi anni, volta al contrasto della pedopornografia online, con il coordinamento della Procura di Torino. La capillare attività di indagine, fatta anche attraverso veri e propri pedinamenti virtuali, ha consentito di dare una identità certa ai nickname utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall' anonimato della rete.


Gli arresti

Le tre persone arrestate risiedono in località del Nord-Est. Secondo quanto si apprende è stata chiesta anche una misura cautelare in carcere per una quarta persona, sospettata di aver autoprodotto materiale pedopornografico e di aver quindi abusato di minori.

La rete di pedofili

Le 50 persone della community pedopornografica scoperta dalla polizia postale sono tutti uomini tra i 19 e i 55 anni: disoccupati, studenti, lavoratori dipendenti. Uno di loro si trova già in carcere dopo essere stato arrestato, sempre dalla polizia postale di Torino, per pedopornografia: tra il materiale ritrovato nella vecchia indagine c'era anche materiale autoprodotto, che aveva portato a scoprire gli abusi commessi dall'uomo nei confronti di bambine che frequentavano la sua abitazione, tra le quali figlie minorenni di amici.

 

 

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