CASO COLLOCA: A GIORNI ESITO NUOVA PERIZIA

Il 26 settembre del 2010 venne ritrovato, nelle campagne di Maierato, il cadavere carbonizzato di Nicola Colloca. Ora, sulla sorte dell’infermiere 49enne, la verità sembra essere più vicina.
19 maggio 2014
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VIBO VALENTIA - Sono passati tre anni e mezzo da quel piovoso 26 settembre del 2010. Quella notte, in una pineta nel territorio a cavallo tra Pizzo e Maierato, fu ritrovato ciò che restava di un'auto con dentro un cadavere carbonizzato. Sul luogo giunsero i carabinieri e la scientifica. Rilievi e accertamenti permisero di risalire all’identità del cadavere.  Scomparso da casa da qualche giorno, ad andare incontro a quell’atroce morte avvolta ancora oggi nel mistero, era stato il 49 enne Nicola Colloca.

 


L'ipotesi del suicidio - Infermiere del 118, persona seria, professionista valido e coscienzioso, così i colleghi sgomenti descrivono Nicola. Descrizione che combacia con quella dei familiari, che accolgono la triste notizia con una disperazione destinata a diventare rabbia. Il caso appare infatti da subito particolarmente intricato, e viene affidato al pm della procura di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni. Il corpo senza vita dell’uomo si trovava al posto di guida della opel corsa di proprietà, si scoprirà in seguito, della moglie. Composto, nessun segno di fuga, come se il fuoco lo avesse sorpreso quando era privo di coscienza. La salma, si leggerà nel referto dell’autopsia, non presentava alcuna ferita o danno da arma da fuoco o da taglio. La pista più accreditata fin da subito fu quella del suicidio. Una tesi alla quale i genitori e la sorella di Nicola, non hanno mai creduto.

 

La seconda perizia - Ora però lo scenario potrebbe cambiare. Lo scorso 1° marzo, su richiesta dei familiari, la salma di Nicola Colloca, sepolta nel cimitero della frazione di Vena Superiore, è stata riesumata. I periti hanno prelevato campioni di tessuti utili a un nuovo esame, più approfondito, alla ricerca di tracce che permettano di ricostruire, fin nei minimi dettagli, gli ultimi momenti di vita dell’uomo. Nel giro di una settimana i nuovi dati scientifici dovrebbero essere resi noti, dando corpo alla tesi dolorosamente sostenuta dai genitori e dalla sorella di Nicola. Che il loro congiunto, in realtà sia stato vittima di un omicidio.

 

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