Caso Sarlo, assoluzione confermata per Scopelliti e Tallini

La procura generale aveva chiesto un anno di reclusione ciascuno per l'ex governatore e l'ex assessore regionale. Ma la Corte d'Appello ha accolto le tesi difensive: la nomina di Alessandra Sarlo era legittima
11 ottobre 2016
17:12
Alessandra Sarlo
Alessandra Sarlo

Arriva la conferma dell'assoluzione anche in Appello per Giuseppe Scopelliti e Domenico Tallini per il cosiddetto "caso Sarlo". L'ex governatore e l'ex assessore regionale, infatti, sono stati giudicati innocenti dai giudici di secondo grado di Catanzaro che hanno confermato quanto era stato statuito dal Tribunale che aveva ritenuto corretto l'operato dei due politici, accusati di abuso d'ufficio.
Secondo l'accusa, all'epoca rappresentata dall'allora sostituto procuratore Gerardo Dominijanni e dal pm Domenico Guarascio, la nomina di Alessandra Sarlo sarebbe avvenuta in maniera irregolare.


Siamo nel 2011 e la dirigente (moglie del giudice Vincenzo Giglio, poi arrestato nell'inchiesta "Infinito" della Dda di Milano) viene nominata, dopo che un avviso interno non porta all'individuazione di un candidato con i requisiti richiesti, per la struttura Controlli. Luigi Bulotta, uno dei dirigenti regionali esclusi dalla selezione, presenta una denuncia chiedendo che venga appurata l'eventuale violazione di legge con la nomina di una "esterna" come Alessandra Sarlo, non appartenente all'amministrazione regionale.



In primo grado, i pm avevano chiesto la condanna di Scopelliti e Tallini. Richiesta disattesa dal Tribunale e oggi confermata dalla Corte d'Appello, nonostante il sostituto procuratore generale avesse invocato la pena di un anno di reclusione per entrambi gli imputati.


Sono state accolte le tesi difensive degli avvocati Labate (per Scopelliti), Scalzi e Joppoli (per Tallini), i quali hanno posto in evidenza una circostanza già pienamente ritenuta valida dai giudici di primo grado: la nomina della Sarlo, infatti, sebbene riguardi persona esterna alla Regione, riguarda comunque una dirigente già in forza alla pubblica amministrazione e – come tale – ritenuta "interna", con ciò non configurandosi alcuna violazione di legge.


Dopo la decisione dei giudici di Appello, dunque, la vicenda può dirsi sostanzialmente chiusa, sembrando ormai assodato come la nomina di Alessandra Sarlo non fosse avvenuta in modo difforme a quanto previsto dalla norma.


c. m.

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