L’intervista

Parco d’Aspromonte commissariato, l’ex presidente Perna: «Viene da ridere, quello nuovo nel curriculum ha l’Asp»

Il docente universitario ha guidato l'Ente dal 2000 al 2005. Molto critico verso le ultime decisioni del ministro Pichetto Fratin che hanno portato alla nomina dell'ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Reggio Renato Carullo: «Siamo pronti alla terapia intensiva»

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di Vincenzo Imperitura
11 febbraio 2024
17:00
Una veduta sull’Aspromonte e, nel riquadro, Tonino Perna
Una veduta sull’Aspromonte e, nel riquadro, Tonino Perna

«La nomina del nuovo commissario? Mi fa un po’ sorridere. Prendiamola così: è un riconoscimento dello stato comatoso in cui versa il Parco, per questo ci vuole un direttore sanitario. I parchi hanno delle specificità tutte loro, ci vogliono competenze nella tutela, nel rispetto e nella gestione dell’ambiente e competenze in ambito di sviluppo locale in un territorio protetto. Se tu nomini uno che in curriculum ha la direzione generale di un’Asp, significa che siamo pronti alla terapia intensiva».

Tonino Perna è un'istituzione all’interno del Parco nazionale d’Aspromonte. Professore emerito di Sociologia economica all’Università di Messina, saggista, editorialista, convinto Noponte, ex vice sindaco di Reggio, Perna è stato alla guida del Parco tra il 2000 e il 2005 (ad una sua intuizione si deve il progetto, poi abbandonato, che coinvolse con ottimi risultati i pastori del luogo nella lotta agli incendi) e non è affatto sorpreso del colpo di spugna con cui il ministro Pichetto Fratin ha cancellato i vertici dell’ente con un decreto di poche pagine.


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«Io credo che questa decisione sia arrivata anche tardi – racconta Perna a Lacnews24 - Da anni ormai sindaci, associazioni e operatori si lamentavano dello stato comatoso in cui era finita questa stupenda montagna. Pensi ad esempio agli albergatori, a Gambarie ci sono almeno una decina di strutture. In un anno come questo, ancora senza neve, non si è fatto nulla per aiutarli nei periodi “morti”. Il parco può fare tanto per gli operatori locali, noi avevamo fatto venire a Polsi, alcuni tra i più grandi scrittori del panorama internazionale per dei corsi di scrittura creativa. Pensi, a Polsi. Ma di quei progetti non c’è più traccia».

Sono passati appena pochi giorni dal decreto che ha defenestrato l’ex presidente Leo Autelitano assieme all’intero Consiglio direttivo, nominando, per i prossimi sei mesi e solo per la gestione ordinaria, l’ex direttore generale dell’Asp di Reggio Renato Carullo, e sul futuro del Parco d’Aspromonte – tra le altre cose, uno dei punti di forza, almeno sulla carta, del potenziale turistico reggino sbandierato come ogni anno dalla Regione alla Bit di Milano – ci si dovrà fare i conti. «Bisogna puntare su giovani preparati e competenti ma non si possono andare a cercare solo nel proprio partito o addirittura nella propria corrente. È un problema nazionale, da almeno 10 anni i ministri non nominano persone competenti rispetto alle tematiche che riguardano l’ambiente ma solo in base alla loro appartenenza politica. Lo hanno fatto tutti: i Verdi, i 5 stelle, le destre. E hanno continuato a fare le nomine in base a questo principio. Così non andiamo da nessuna parte».

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E se il futuro, almeno quello più prossimo, si prospetta in salita, per l’ex presidente Perna non tutto è perduto: «Va riconosciuto un grande merito alle guide e alle associazioni ambientaliste che lavorano con il Parco che malgrado l’inesistenza di questo ente negli ultimi anni, sono riuscite a mantenere vivo l’interesse per questa montagna bellissima. Ci sono tantissime persone, mi viene in mente Sandro Casile che è scomparso da poco, che amano la nostra montagna e già negli anni ’80, quando il parco neanche c’era, facevano conoscere le bellezze dell’Aspromonte ai turisti di tutto il mondo. Mi riferisco ai periodi più bui, quelli della stagione dei sequestri. Anche in quei giorni c’era chi pensava al futuro. Anche ora l’Aspromonte deve tornare ad essere quello che deve essere, una montagna meravigliosa, ricca di biodiversità e di storie. Speriamo che alla fine del commissariamento si riparta da qui».

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