Il Consiglio di Stato revoca la Scia a cinque strutture che ospitano migranti

Il provvedimento è stato applicato dal comune di Briatico nei confronti di un'azienda colpita da interdittiva antimafia
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18 maggio 2018
20:38

La terza sezione del Consiglio di Stato, in parziale accoglimento dell’appello presentato dalla società F94 srl, ha ordinato al Tar di fissare al più presto l’udienza per discutere del ricorso contro la revoca della Scia (la Segnalazione Certificata di Inizio Attività) a cinque strutture alberghiere. La sospensione delle attività delle strutture è stato deciso dal Comune di Briatico sulla scorta di un’informativa antimafia della Prefettura di Reggio Calabria.

 


La società F94 srl si era rivolta al Consiglio di Stato avverso l’ordinanza cautelare del Tar che aveva negato la sospensiva del provvedimento nel febbraio scorso sottolineando che “anche le attività soggette al rilascio di autorizzazioni, licenze o a Scia soggiacciono alle informative antimafia”. Per il Consiglio di Stato le esigenze cautelari esposte dalla F94 possono essere garantite anche dalla rapida definizione del merito del ricorso e da qui la sollecita trasmissione dell’ordinanza al Tar affinchè fissi in tempi brevi l’udienza di merito.

 

Il Tar aveva già sottolineato che l’amministrazione straordinaria (nominata dalla Prefettura) che attualmente gestisce le strutture alberghiere in questione “riguarda solo le prestazioni oggetto della scrittura privata tra la Cooperativa sociale Monteleone e la F94 srl nell’ambito della convenzione stipulata tra la Prefettura di Vibo Valentia e la citata cooperativa per la gestione dei cittadini stranieri richiedenti asilo e per un periodo di tempo limitato a tre mesi”. Il passaggio più importante dell’ordinanza del Tar era però un altro. I giudici amministrativi di primo grado nel respingere la sospensiva hanno infatti sostenuto che neanche l’amministrazione straordinaria può escludere il rischio di infiltrazioni mafiose ed anche per questo la richiesta di sospensiva dei provvedimenti del Comune di Briatico (difeso dall’avvocato Antonello Fuscà) era stata respinta.

 

“L’amministrazione straordinaria non esclude in toto il rischio - hanno scritto infatti i giudici del Tar - che i provvedimenti impugnati intendono scongiurare”. Alla luce di quanto affermato nell'ordinanza, ora confermata pure dal Consiglio di Stato, resta tuttora da capire come l’amministrazione prefettizia possa continuare a lavorare in assenza di Scia (revocata dal Comune di Briatico) e senza autorizzazioni necessarie a mantenere aperte le strutture dove sono stati alloggiati gli extracomunitari.

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