Coronavirus a Corigliano Rossano, scuole chiuse: protestano i genitori

VIDEO | Indice puntato contro la politica e le ordinanze del sindaco Flavio Stati e del prisidente ff Nino Spirlì

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di Matteo Lauria
15 novembre 2020
13:15

Presidio pacifico di un gruppo di genitori degli alunni frequentanti gli istituti comprensivi dell’infanzia, delle scuola primarie e secondarie di primo grado contro le ordinanze di chiusura dapprima del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi e, successivamente, del governatore facente funzioni della Calabria Nino Spirlì.

 


Una trentina di mamme questa mattina di sono radunate nei pressi della scuola primaria di via Galeno, area urbana di Rossano, per rievocare il diritto all’istruzione e alla salute. Sul posto gli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano-Rossano. Manifestazione pacifica ma con toni fermi e decisi. Tra i presenti, il sindaco di Trebisacce Franco Mundo a sostegno di chi si batte per le giuste cause.

 

Tutti i disagi in capo alla protesta di oggi sono legati, in sostanza, alla cattiva gestione del sistema sanitario. Il malcontento trae origine dalla pessima gestione della sanità e, per queste ragioni, sono state chiuse le scuole proprio nel periodo in cui i bambini frequentavano tranquillamente le lezioni in sicurezza.

 

Alcuni docenti che hanno partecipato alla sit-in confermano comunque i timori per la presenza ma, tale provvedimento, è stato vissuto come una «botta al cuore: i bambini hanno bisogno di socializzare».

 

Indice puntato contro la politica nazionale e regionale: «Perché chiudere le scuole, uno dei luoghi più sicuri, mentre tutto il resto è rimasto inalterato, eccezion fatta per gli esercizi commerciali. Senza sanità e senza scuola non vogliamo stare – tuonano i manifestanti – quella di oggi è da ritenere solo la prima di una serie di azioni di lotta».

 

La reazione del popolo social contro le mamme ribelli

Sui social, già da qualche giorno, è stata contestata l’organizzazione della manifestazione e bollata come atto di imprudenza considerato il consolidarsi dei contagi. Le mamme confermano, invece, l’utilità di farsi sentire.

 

« Siamo state vista – racconta uno dei genitori- come mamme che utilizzano la scuola come parcheggio. Nulla di più infondato. Noi lottiamo per i diritti dei nostri figli, che oggi vengono violati. Iniziamo ad utilizzare meno i social, piuttosto, e a reagire con la presenza».

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