Finti poliziotti a casa del figlio di Gratteri: aperte le indagini

Due finti poliziotti hanno suonato al citofono dell’appartamento universitario del figlio del Procuratore aggiunto Nicola Gratteri. Avviate le indagini a Messina
di Redazione
17 gennaio 2016
09:11

Hanno suonato al campanello dell'appartamento dove vive uno dei figli del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri dicendo di essere poliziotti, ma dopo un po', quando il giovane si è affacciato sul pianerottolo non vedendo arrivare nessuno, ha notato due persone incappucciate scendere le scale dal piano di sopra al suo.


L'episodio è avvenuto a Messina, dove il figlio del Procuratore  abita in un palazzo vicino all'università che frequenta. Il giovane ha subito avvertito la polizia, che ha avviato le indagini per chiarire l'episodio, ed il padre che in quei giorni si trovava all'estero.
Gratteri è uno dei magistrati più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta ed ai suoi traffici miliardari, soprattutto di stupefacenti. Proprio su questo fronte Gratteri ha coordinato decine di inchieste che hanno portato all'arresto di narcotrafficanti ed al sequestro di ingenti quantità di cocaina provenienti dal centro America.


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