Hotel da destinare ai migranti: Cassano dice no

La decisione arriva all’unanimità dal Consiglio comunale della città cosentina: “Istituire un Centro di accoglienza nella struttura dell'ex Sibarys Hotel di certo provocherebbe grave nocumento alla vocazione turistica dell'area”
25 luglio 2016
15:30

CASSANO ALLO JONIO (CS) - Il Consiglio comunale di Cassano allo Jonio, riunitosi in seduta straordinaria, ha detto no all'unanimità alla destinazione dell'ex complesso turistico-ricettivo "Sybaris Hotel", confiscato alla criminalità organizzata, a Centro di accoglienza per migranti. La relativa delibera è stata trasmessa, tra gli altri, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Interno ed al Presidente della Regione.

 


"La decisione di utilizzare il complesso dell'ex albergo in Centro d'accoglienza per migranti - ha detto, nel suo intervento, il sindaco, Gianni Papasso - che, tra l'altro, va a incidere sulla vita sociale ed economica della comunità locale, è stata assunta senza alcuna preventiva informazione e senza il coinvolgimento del nostro Comune, che si è qualificato quale 'Citta' dell'accoglienza' per l'innato senso di ospitalità dei cittadini e per l'attuazione di politiche volte a favorire il dialogo fra portatori di differenti culture, che ha consentito la perfetta integrazione nel tessuto sociale di un grande numero di cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari. Cassano fa parte, insieme alla Provincia di Cosenza ed ai comuni di Acquaformosa, Cerchiara, Cerzeto, Civita, Mendicino, Montalto Uffugo, Plataci, San Basile, San Sosti e Trebisacce e alle associazioni ed alle cooperative sociali, enti gestori dei progetti, del Coordinamento Sprar della provincia di Cosenza". "Istituire un Centro di accoglienza nella struttura dell'ex Sibarys Hotel - ha detto ancora Papasso - e' una scelta infelice che di certo provocherebbe grave nocumento alla vocazione turistica dell'area. Una scelta che suscita grandi perplessità e preoccupazioni sia nella popolazione che nelle forze politiche che potrebbero sfociare in manifestazioni di protesta, con conseguenti ripercussioni sull'ordine e la sicurezza pubblica".

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