Bufera giudiziaria

Inchiesta scuote i vertici del ministero del Lavoro: indagati per corruzione il segretario generale Ferrari, Cavallaro (Cisal) e l’imprenditore Iervolino

La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio. Secondo l’ipotesi accusatoria il sindacalista calabrese avrebbe ottenuto favori per la sua organizzazione in cambio dell’assunzione del figlio dell’alto dirigente, beni di lusso e una vacanza a Tropea

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di Giuseppe Baglivo
30 ottobre 2023
16:08
Da sinistra: Ferrari, Cavallaro e Iervolino
Da sinistra: Ferrari, Cavallaro e Iervolino

Richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli che con il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e il pm Henry John Woodcock ha chiuso un’inchiesta incentrata su molteplici episodi di presunta corruzione aggravata che ruotano attorno alla scissione parziale asimmetrica del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal. Il gip ha fissato l’udienza preliminare per il 24 novembre e tra i principali indagati vi sono: Francesco Cavallaro, 58 anni, di Dinami (nel Vibonese), segretario generale del sindacato Cisal; l’attuale segretario generale del Ministero del Lavoro Concetta Ferrari, 64 anni, di Roma (all’epoca dei fatti al vertice della Direzione generale per le Politiche Previdenziali del Ministero del Lavoro); Fabia D’Andrea, 58 anni, di Roma, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro; Danilo Iervolino, 45 anni, di Palma Campania (Na), già al vertice dell’Università Pegaso; Mario Miele, 57 anni, di Casamarciano (Na); Francesco Fimmanò, 55 anni, di Frattamaggiore (Na); Antonio Rossi, 38 anni, di Marsala (Tp).

Le accuse

Francesco Cavallaro, secondo l’accusa, al fine di ottenere la scissione parziale asimmetrica del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal – in precedenza negata dal Ministero del Lavoro – avrebbe offerto a Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea alcuni “favori”. In particolare, Franco Cavallaro (d’intesa con Mario Miele) avrebbe richiesto a Danilo Iervolino l’assunzione di Antonio Rossi (figlio della Ferrari) quale professore straordinario da parte dell’Università telematica Pegaso riconducibile allo stesso Iervolino. Sempre Cavallaro è accusato poi di aver pagato una vacanza a Tropea alla Ferrari ed al marito, oltre al noleggio di una barca e regali come una borsa Luis Vitton del valore di 780,00 euro, una cravatta di marca per il marito della Ferrari e “altra roba” non meglio specificata dalla procura di Napoli.


I favori di Cavallaro sarebbero poi continuati con: il pagamento del noleggio di un’auto di grossa cilindrata ad altro figlio della Ferrari; l’ottenimento per la Ferrari di incarichi di maggiore prestigio quale quello di presidente del Collegio dei sindaci dell’Inps ovvero di segretario generale del medesimo Ministero; la cessione di un’auto ad un figlio della Ferrari intestata alla Fip Cisal; la promessa di un interessamento per un concorso in Polizia per un figlio della Ferrari; gli incarichi procurati da Cavallaro a due persone che interessavano Fabia D’Andrea rispettivamente all’Inps e ad un’associazione rappresentata dallo stesso Cavallaro.

Francesco Fimmanò, accusato di aver messo in contatto e mediato i rapporti tra Franco Cavallaro con la D’Andrea e con Mario Miele, presidente del consiglio di amministrazione della società "Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl”, nonché già consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum riconducibile a Danilo Iervolino. Attualmente Miele è dirigente della "U.S. Salernitana 1919 Srl" riconducibile a Danilo Iervolino. Mario Miele è accusato dalla Procura di Napoli di essersi occupato di mediare i rapporti tra Cavallaro, Iervolino e i dirigenti dell’Università Pegaso con specifico riferimento all’assunzione di Antonio Rossi. L’imprenditore Danilo Iervolino è di recente entrato nella classifica dei miliardari di Forbes.

Secondo l’accusa, la scissione parziale del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal - ottenuta il 18 gennaio 2018 – ha consentito la conservazione dello status di Patronato con conseguente mantenimento in favore di entrambi delle sovvenzioni pubbliche e, quindi, di significativi vantaggi economico-finanziari, nonché il mantenimento delle sedi e del patrimonio in loro possesso. In caso di scissione totale, invece, tali benefici sarebbero stati tutti persi. Parti offese nell’inchiesta il Ministero del Lavoro, il Patronato Inpal e l’Università telematica Pegaso.

I difensori

Danilo Iervolino è difeso dagli avvocati Giuseppe Saccone e Salvatore Sica; Francesco Cavallaro dagli avvocati Cesare Placanica e Domenico Colaci; Mario Miele dall’avvocato Sabato Moschiano; Concetta Ferrari dall’avvocato Alessandro Diddi; Fabia D’Andrea dall’avvocato Gildo Ursini; Francesco Fimmanò dall’avvoca Giuseppe Saccone; Antonio Rossi dagli avvocati Alessandro Diddi ed Elisabetta Cucciniello.

Giornalista
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