Intimidazioni, l'allarme del movimento Sfida Calabria: «Sindaci lasciati soli»

Dopo gli attacchi subiti a pochi giorni di distanza dai sindaci di Bianco e Limbadi, per i primi cittadini «Stato e istituzioni regionali non possono rimanere indifferenti»

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di R. G.
16 marzo 2021
15:46

«Ad Aldo Canturi, sindaco di Bianco, Pasquale Ceratti, vicesindaco di Bianco e Pantaleone Mercuri, sindaco di Limbadi, protagonisti a distanza di pochissimi giorni di atti intimidatori, va il nostro abbraccio e la nostra stretta vicinanza oltre che la dura condanna di quanti con atti di prepotenza verbale e fisica li hanno attaccati». Così in una nota i sindaci del movimento Sfida Calabria che sottolineano: «Ci auguriamo che le forze dell'ordine facciano luce al più presto possibile e si possa  così dare una ferma risposta a questi soggetti seminatori di violenza e  paura nei confronti  di amministratori locali che svolgono il loro impegno al servizio delle proprie comunità».

«Serve un segnale deciso per fermare questa spirale di violenza e di intimidazione – aggiungono i primi cittadini - anche per bloccarne una possibile emulazione, specie in un momento grave come quello che stiamo vivendo in cui si palpa la rabbia e la disperazione dei cittadini che vedono giorno dopo giorno venir meno le loro certezze: dal lavoro alla salute. La Calabria su tutto il suo territorio, in maniera capillare vive un momento tragico: sono ripartiti i focolai di contagio del covid con le conseguenti chiusure mentre siamo ultima regione per vaccinazioni fatte».


Per gli amministratori calabresi «non sono garantiti i diritti costituzionali e noi sindaci siamo esposti e lasciati soli ad affrontare, a mani nude, dalle più piccole alle più grandi istanze che vengono dai cittadini. Gli attacchi agli amministratori di Bianco e Limbadi sono un campanello di allarme di una situazione di abbandono nella quale versa la nostra regione. Siamo un piccolo esercito e facciamo rete fra noi nel supportarci ma siamo senza strumenti ed esposti a rischi che ci mettono sotto pressione sia fisica che psicologica. Anche per questo – conclude la nota - è  necessario un forte segnale da parte dello Stato e delle Istituzioni regionali che non possono rimanere indifferenti».

Giornalista
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