Malagiustizia

Locride, Nessuno tocchi Caino al fianco dei comuni sciolti per mafia e «per la tenuta dello stato di diritto»

VIDEO | Presentato il volume dell'associazione che racconta storie di imprenditori e amministratori estranei alla mafia e condannati da misure interdittive e di prevenzione

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di Ilario  Balì
25 aprile 2022
17:30

Ha fatto tappa anche nella Locride il tour di presentazione del libro “Quando prevenire è peggio che punire”, il volume realizzato dall’associazione “Nessuno tocchi Caino” che racconta storie di imprenditori estranei alla mafia e “condannati” da informazioni interdittive e misure di prevenzione. Un viaggio attraverso tutta Italia per incontrare persone che hanno vissuto sulla loro pelle la prepotenza di una misura amministrativa che ha causato il fallimento delle proprie imprese o lo scioglimento di un consiglio comunale. All’iniziativa, moderata dal giornalista di LaC Pasquale Motta hanno partecipato scrittori, giornalisti, avvocati e intellettuali.

«Un viaggio che vuole portare speranza al di là di ogni speranza – ha espresso Rita Bernardini - dignità e certezza del diritto, sicuri che la lotta alla mafia possa essere combattuta senza minare i principi dello Stato di Diritto e i diritti umani fondamentali. Il contrasto alle organizzazioni criminali è un obiettivo sacrosanto, ma il modo peggiore per perseguirlo è la terribilità di campagne di persecuzione alimentate dalla stessa folle cultura del sospetto che qualche secolo fa portava facilmente al patibolo».


“Nessuno Tocchi Caino” rilancerà, nell’ambito del progetto “Spes contra spem” per il superamento dell’ergastolo ostativo e del 41-bis, gli obiettivi che Papa Francesco ha esplicitato nel suo discorso di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, rivolto ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale e nel quale, tra l’altro, ha definito l’ergastolo come “una pena di morte mascherata”. «C’è un limite che lo Stato si deve porre – è il pensiero di Sergio D’Elia – ed è quello del diritto. Non si possono violare diritti umani fondamentali in nome dell’emergenza. Abbiamo avuto il regime fascista, oggi abbiamo il regime della santa inquisizione antimafia che dura da 30 anni, è ora di voltare pagina».

Giornalista
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