Maltempo, Angelo Frija: «Ancora vittime innocenti e in Calabria nulla cambia»

Il marito di Stefania Signore e papà dei piccoli Nicolò e Christian lancia tramite LaC News24 un nuovo appello alle istituzioni. Intanto, il tratto lungo cui avvenne la tragedia è stato per precauzione chiuso e il Cantagalli è costantamente monitorato

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di Tiziana Bagnato
4 novembre 2018
15:13
La strada dove persero la vita Stefania Signore e i suoi bambini
La strada dove persero la vita Stefania Signore e i suoi bambini

«E ci risiamo. Ad un mese esatto, ancora vittime innocenti, anche in Sicilia. Ed in Calabria nessun cambiamento. Basta per l’amore di Dio». Angelo Frijia, marito di Stefania Signore e padre dei piccoli Christian e Nicolò a trenta giorni dalla tragedia che gli ha portato via moglie e figli, si sfoga così con LaC News24, constatando con amarezza che, nonostante proclami e parole, ancora nulla è cambiato.

 


La dimostrazione più forte è proprio lungo la strada in cui avvenne la sciagura, tra San Pietro Lametino e San Pietro a Maida. Da stamattina la pioggia che scende copiosa ha di nuovo allagato la carreggiata e trascinato fango,  mentre il torrente Cantagalli, la cui esondazione provocò la tragedia, viene monitorato dai vigili del fuoco. La situazione sembra essere critica e il rischio è che possa di nuovo tracimare. Il tratto stradale è stato per prudenza chiuso. 


Il tutto mentre il dolore per la perdita di tre vite è ancora pulsante, il tutto mentre gli imprenditori agricoli sono ancora in ginocchio e le aziende dell’area industriale faticano a riprendere a lavorare a pieno regime. La messa in sicurezza sembra essere una chimera. E se la natura non si sta dimostrando tenera, è pur vero che gli interventi di manutenzione sono stati pressoché pochi.  Soltanto poche settimane fa proprio Angelo Frijia in occasione dell’intervista rilasciata per il nostro telegiornale ci mostrava la pericolosità della curva posta a monte del luogo in venne ritrovata la macchina di Stefania e allo stesso tempo come il muretto di contenimento fosse più basso di diversi centimetri rispetto alla terra.
Una tragedia annunciata più volte. E Angelo non è stanco di parlare, di lanciare messaggi. Non vuole dimenticare. Quel dolore straziante è diventata la sua forza e il suo coraggio. Chiede a gran voce che si intervenga sulla messa in sicurezza della Calabria.

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