'Ndrangheta: arrestati due latitanti storici. Si nascondevano in un bunker di metallo |VIDEO-FOTO

Si tratta di Giuseppe Ferraro, ricercato dal 1998 e di Giuseppe Crea, dal 2006. I due erano nascosti in un bunker tra Melicucco e Rizziconi
di Redazione
29 gennaio 2016
08:13

E' finita stamani all'alba la latitanza di due boss di 'ndrangheta, esponenti di spicco nel reggino. Gli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria hanno scovato e arrestato in un bunker tra Melicucco e Rizziconi Giuseppe Ferraro.

 


Le immagini dell'arresto

 

Giuseppe Ferraro, e Giuseppe Crea, entrambi a capo delle omonime cosche, sono stati sorpresi in un bunker dietro un costone in una zona impervia tra Melicucco e Rizziconi, chiamata Agro di Maropati. Si tratta di una costruzione in metallo dotata all’interno di tutti i confort. Ferraro, latitante dal 1998, deve scontare una condanna all’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, mentre Crea, irreperibile dal 2006, è stato condannato per associazione mafiosa. All'interno i militari hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale, composto da una decina di fucili di vario tipo ed un consistente quantitativo di pistole. Le armi rappresentavano, secondo gli investigatori, uno degli arsenali delle cosche di riferimento dei due latitanti.

De Raho:'Ora la gente collabori' - "Adesso che il territorio è stato liberato da questi due pericolosi latitanti, invito le persone a farsi avanti e collaborare per far luce sui loro crimini, come l’omicidio di Francesco Maria Inzitari. Questa operazione è la dimostrazione di come la Dda non abbia dimenticato la promessa di far luce sull’uccisione del diciottenne, che rimane uno degli episodi più gravi ed efferati avvenuti in questa terra, maturato in un contesto di ‘ndrangheta che chiama direttamente in causa il clan Crea e il suo reggente" Lo dichiara il procuratore capo della Dda di Reggio calabria Federico Cafiero de Raho, a seguito dell'arresto dei due boss. "Questo arresto dimostra per l’ennesima volta la profonda sinergia fra la Dda di Reggio Calabria e la Polizia di Stato, in particolare la Squadra Mobile e lo Sco. È questo rapporto di massima collaborazione ad assicurare l’arrivo di risultati come quello di oggi".

 

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