‘Ndrangheta: otto ergastoli nel processo “Gringia” su faida del Vibonese

Carcere a vita per esponenti dei clan Patania e Mancuso. Tra questi anche il boss di Nicotera Marina “Scarpuni”
di Redazione
19 luglio 2016
23:22

Otto ergastoli, una condanna a 30 anni di reclusione e due assoluzioni. Questa la sentenza della Corte d'Assise di Catanzaro nei confronti di 11 imputati del processo nato dall'operazione antimafia "Gringia" sulla faida del Vibonese sviluppatasi fra il 2011 ed il 2012 fra il clan Patania di Stefanaconi, un altro gruppo criminale dello stesso centro ed il clan di Piscopio, frazione di Vibo Valentia. Le condanne all'ergastolo interessano i fratelli Saverio, Salvatore e Giuseppe Patania, tutti di Stefanaconi.

 


Assolti invece Giuseppina Iacopetta, 62 anni, vedova del boss Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011, e Nazzareno Patania, figlio della Icopetta e fratello degli altri tre Patania condannati. Ergastolo pure per: Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, di Nicotera Marina, esponente di spicco dell'omonimo clan; Cristian Loielo, di Sant'Angelo di Gerocarne (Vv); Salvatore Callea, di Oppido Mamertina (Rc); Francesco Lopreiato, di San Gregorio d'Ippona; Giuseppe Comito, di Vibo Marina.

 

Trenta anni di reclusione per Cosimo Caglioti, di Sant'Angelo di Gerocarne (Vv). Quattro gli omicidi al centro del processo e 6 i tentati omicidi. Due le faide: quella dei Patania contro il clan Bartolotta e quella dei Patania contro i Piscopisani. (Agi)

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