Il processo

Reggio Calabria, sit-in a sostegno del pm Lombardo e dei magistrati di ‘Ndrangheta stragista

I promotori: «Noi non abbiamo vissuto gli anni delle stragi e degli attentati, dove si moriva sotto il fuoco della mafia, ma anche dello Stato-mafia. Non vogliamo che la storia si ripeta»

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di Redazione
24 febbraio 2023
07:30

Un sit-in anti-‘ndrangheta è stato promosso per la giornata del 27 febbraio, dalle ore 9.00 alle 19.00. L’iniziativa dei movimenti Our Voice, Attivamente e Saturna, è in programma davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria (Castello Aragonese, lato “via Castello”).

I manifestanti intendono sostenere il pm del processo ‘Ndrangheta stragista, Giuseppe Lombardo, i magistrati della Dda e le forze dell’ordine attualmente impegnate nella ricerca della verità sulle stragi e su pezzi fondamentali di storia del nostro Paese. Il 27 febbraio sarà l’ultimo giorno di requisitoria: «Abbiamo sentito l’esigenza di organizzare questo presidio, perché siamo profondamente indignati rispetto al silenzio politico e mediatico che circonda questo maxiprocesso».


I promotori evidenziano: «A distanza di 30 anni dalle stragi del 1992 e del 1993 stanno emergendo fatti e verità gravissime ed inquietanti, taciute da tutti i Governi che si sono succeduti e che continuano a condizionare ancora oggi la vita di tutto il popolo italiano. Come emerge da questo processo, nella strategia stragista non era coinvolta solo Cosa nostra, ma anche la ‘Ndrangheta». E ancora: «Non possiamo accettare che ci siano sentenze dove si afferma che dietro la morte di magistrati, forze dell’ordine, civili e bambini innocenti, ci fu la connivenza di soggetti appartenenti ai servizi segreti deviati e a contesti politici e massonici, i quali agirono, nel migliore dei casi favoreggiando la mafia e nel peggiore, utilizzandola come “braccio armato”». Nell’invitare alla partecipazione, i movimenti scandiscono: «Noi non abbiamo vissuto gli anni delle stragi e degli attentati, dove si moriva sotto il fuoco della mafia, ma anche dello Stato-mafia. Non vogliamo che la storia si ripeta. Conoscere la verità su questi fatti e sulla storia della nostra Repubblica è un diritto che ci appartiene, come giovani e come cittadini».

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