‘Nessuno si è preoccupato di proteggere il bambino’ VIDEO

Parla Adele Manno, l’avvocato del padre del pentito bambino che asserisce che nessuno si sta preoccupando di difendere il minore, in primis la madre
di Tiziana Bagnato
30 settembre 2015
11:36

«Nessuno si è preoccupato di proteggere il piccolo: né la madre, Medea dei nostri giorni, che pur di punire il compagno e la sua amante, non ha esitato a coinvolgere il figlio; né il sistema giudiziario, che ha consentito che dai propri uffici uscissero i verbali delle dichiarazioni rese dal minore; né la stampa che ha pubblicato ampi stralci di quei verbali, in dispregio di precise regole deontologiche». E’ questo il ruvido giudizio sulla vicenda dell’undicenne che sta collaborando con la Direzione Distrettuale Antimafia, dato da Adele Manno, avvocato del padre, il presunto boss della Piana, sulle cui operazioni illecite starebbe aiutando a far luce il piccolo.
Su di lui, il primo bambino pentito, si è detto e scritto molto, presi dalla lucidità della sua decisione e delle sue descrizioni, dall’elasticità delle sue risposte agli inquirenti, misto di ingenuità e vita vissuta. Ma, ricorda il legale, ci sono norme che chiedono che vada garantito l’anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca e che sia oggetto di primaria considerazione il maggiore interesse del bambino.
«Sebbene molte cose potrebbero dirsi a proposito del possibile facile condizionamento di un soggetto in età evolutiva – chiarisce l’avvocato - ritengo invece prioritario esprimere, in questo momento ed in questo contesto, il più profondo sdegno per la scellerata sovraesposizione mediatica del minore, in violazione di ogni regola di buon senso, prima ancora che deontologica. 

Giornalista
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