Magistratura

Procura di Napoli: ecco perché Unicost sostiene Amato contro Gratteri

In maniera del tutto insolita nella proposta di delibera a favore del capo dell’Ufficio requirente di Bologna vengono riportate frasi del Procuratore di Catanzaro pronunciate in occasione dell’audizione di maggio

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di Antonio Alizzi
9 settembre 2023
14:32
Da sinistra, Giuseppe Amato e Nicola Gratteri
Da sinistra, Giuseppe Amato e Nicola Gratteri

Unicost sostiene il procuratore di Bologna Giuseppe Amato ritenendolo il profilo più adatto per ricoprire l’incarico di procuratore capo di Napoli. Per il consigliere togato Roberto D’Auria, il magistrato che, come Gratteri, si occupa ogni giorno delle cosche calabresi presenti in Emilia Romagna, è prevalente sul magistrato di Gerace.

La valorizzazione del percorso professionale di “Jimmy” Amato

Per il consigliere D’Auria «Amato vanta un lungo ed articolato percorso professionale, caratterizzato dall’esercizio delle funzioni requirenti in diversi uffici ed ambiti territoriali per quasi 30 anni nel complesso (di cui oltre 14 con incarichi direttivi in tre sedi differenti), intervallato da rilevantissime esperienze fuori ruolo presso organi istituzionali di primario rilievo, quali la Corte Costituzionale ed il Consiglio Superiore della Magistratura».


Grandi meriti vengono evidenziati soprattutto nella gestione dell’ufficio direttivo emiliano che per funzionalità e mole di lavoro è paragonabile a quello di Catanzaro. Infatti nella pianta organica entrambe le procure sono inserite nel livello medio, avendo circa 30 sostituti ciascuno e oltre ai tre procuratori aggiunti che, nel caso in esame, affiancano Amato e Gratteri.

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La comparazione tra Amato e Gratteri

Per il consigliere espressione di Unicost, il profilo di Gratteri è subvalente rispetto a quello di Amato. Per D’Auria, infatti, il magistrato di Gerace “non può contare su esperienze dotate di valenza selettiva”, in quanto Gratteri “è stato pressoché interamente dedicato alla trattazione di procedimenti in materia di criminalità organizzata, di cui si è occupato sin da quando, nel 1991, ha assunto le funzioni di sostituto Procuratore di Locri. Alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, è stato assegnato alla Direzione Distrettuale Antimafia, con attribuzione degli affari inerenti la c.d. fascia ionica, dal 18.1.1996 al 8.6.2004 e, successivamente, dal 18.10.2007 al 3.2.2009, in qualità di sostituto Procuratore, trattandosi, unitamente ad altri colleghi, numerosi procedimenti di particolare rilevanza, dettagliatamente elencati nel parere attitudinale e nell’autorelazione”.

Sempre secondo D’Auria, “Jimmy” Amato, rispetto a Nicola Gratteri, «ha avuto modo di maturare una pluriennale esperienza nell’esercizio delle funzioni direttive, svolte per quasi quattordici anni e mezzo nel complesso fino alla data della vacanza ed in tre sedi differenti, di cui due ubicate nel capoluogo di distretto».

Le critiche di D’Auria a Gratteri

Ma nella relazione di D’Auria, nell’ambito dell’articolo 18 del Testo Unico, lettera B, si fa riferimento anche alle dichiarazioni rese da Gratteri durante l’audizione svoltasi a maggio davanti alla quinta commissione del Csm. In questo caso il consigliere ha analizzato le capacità relazionali dimostrate dall’aspirante all’interno dell’ufficio. Ovvero Gratteri. Ciò per dire che il procuratore di Catanzaro, dichiarando che «la Procura di Napoli è la più grande d’Italia e ovviamente c’è tanto lavoro. Ci sono tendenzialmente dei magistrati anziani, sostituti di 50-60 anni, ci sono molti che hanno finito la DDA e sono tornati all’ordinaria, quindi sono tendenzialmente depressi», avrebbe sminuito «la rilevanza di settori specializzati come quello del contrasto all’abusivismo edilizio, fenomeno particolarmente significativo nell’ambito del circondario di Napoli (e certamente non riducibile al piccolo abuso edilizio, tenuto conto dei rilevanti fenomeni lottizzatori, spesso connessi a indagini di criminalità organizzata che, proprio da un efficace controllo sull’assetto del territorio, possono trovare significativi spunti investigativi), sol che si consideri la stretta connessione e interdipendenza con la tutela dell’ambiente, che sempre nel territorio di competenza della Procura distrettuale di Napoli ha determinato noti interventi legislativi per contrastare fenomeni mai del tutto circoscritti».

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Le altre dichiarazioni di Gratteri

La seconda parte della relazione pro Amato, tuttavia, si focalizza soprattutto sulle dichiarazioni di Gratteri, di cui D’Auria dà conto per far comprendere agli altri consiglieri come non sia il profilo più adatto a ricoprire l’importante incarico di procuratore di Napoli. E per sostenere questa tesi, il consigliere riporta anche questo passaggio del magistrato calabrese: «Se io tengo il sostituto per cinque anni a occuparsi di balconi abusivi, quello non si affeziona all’ufficio, pensa che il pomeriggio alle tre deve andare in palestra, pensa che alle due deve andare a fare canottaggio. Invece io gli do qualcosa, gli faccio capire che è importante, che tutti sono importanti, faccio fare le contestazioni in dibattimento anche a ragazzi che hanno due anni di servizio e ci sono ragazzi che hanno due-tre anni di servizio e hanno anche dieci cointestazioni di DDA». Questo il modo di pensare e di lavorare di Gratteri che evidentemente non è pienamente condiviso da D’Auria che, come se non bastasse, estrapola altre frasi del capo della procura di Catanzaro, circa le presenze in ufficio.

«Se io consento e tollero che su 90 magistrati 20 non lavorano, allora la Procura non funziona. Quindi anche se tu fino adesso sei stato abituato o hai deciso di arrivare alle 10,30 di mattina, se vado io a Napoli tu non vieni alle 10,30 di mattina, tu devi arrivare alle 8,30 del mattino e poi ti riposi la domenica. Cioè se tu vuoi fare Procura devi venire la mattina e te ne esci la sera, a meno che non sei in udienza» e, aveva aggiunto Gratteri, «ogni mattina io devo sapere ognuno dei colleghi dov’è e cosa fa, perché solo in questo modo tu sostituto ti senti coinvolto nell’ufficio» e «l’unica cosa che non consento è che nell’ufficio ci sia un 20% di magistrati che non lavora. L’unica cosa che non consento è che qualcuno arrivi alle dieci di mattina in ufficio o che arrivi martedì mattina e se ne vada giovedì pomeriggio. Questo non lo consento a nessuno» aveva detto Gratteri. D’Auria replica così: «Se certamente è dovere del Procuratore vigilare affinché non si creino sacche di inefficienza che possano ripercuotersi sulla generale capacità di risposta giudiziaria dell’ufficio, è piuttosto semplicistico ipotizzare che un controllo sugli orari di permanenza in ufficio possa risolvere una tematica ben più complessa che deve anche confrontarsi con la peculiarità del lavoro del magistrato dell’ufficio di Procura».

A Catanzaro nessun dirigente amministrativo

Poi la questione relativa al dirigente amministrativo. Anche in questo caso Roberto D’Auria, giudice penale in servizio presso la sezione dibattimentale del tribunale di Napoli, coglie l’occasione per criticare le parole di Gratteri. Per il togato il candidato ha «una concezione del ruolo del Procuratore della Repubblica improntata all’accentramento, tanto da avere rinunciato a farsi affiancare, a Catanzaro, da un dirigente amministrativo nella gestione della segreteria e da non riconoscere il ruolo dei sindacati e l’importanza del confronto con questi ultimi nell’ambito della gestione partecipata delle articolazioni amministrative dell’ufficio».

Sul punto, Gratteri riteneva di essere fortunato a non avere un dirigente amministrativo, avendo raccontato ai presenti un aneddoto avvenuto negli ultimi anni. «Quando la mia dirigente se ne è andata, è andata alla Corte d’appello perché guadagnava 400 euro in più, però poi voleva tornare ed essere applicata, le ho detto “No signora, non è decoroso”. Io mi sono raccomandato al Ministero, ho chiamato non ricordo se la dottoressa Fabbrini e le ho detto “Per favore non mi mandare il dirigente”, lei mi disse di scriverlo e infatti io da quattro anni, anzi da cinque anni non ho dirigente. Si va più veloce senza dirigente, perché ci sono certi uffici e certi settori dove i sindacati sono molto presenti e i sindacati spesso rallentano la vita. Per una tessera in più o due tessere in più sostengono le cose più assurde del mondo, io invece vedo se c’è qualcosa che non funziona e intervengo subito. Vedo che la segreteria non va bene e quindi faccio un ordine di servizio e li sposto».

D’Auria sostiene quindi che «le dichiarazioni rese dal dott. Gratteri in sede di audizione suscitano delle perplessità anche in ordine alle modalità di gestione e alle valutazioni dei magistrati appartenenti all’ufficio che dirige». E sottolinea che «tanto basta, all’evidenza, a colorare in termini recessivi il profilo del candidato rispetto a quello del dott. Amato che, di contro, si presenta del tutto scevro da simili criticità».

I “presunti innocenti”

La comparazione viene arricchita con un’altra dichiarazione di Gratteri circa i rapporti con l’esterno e in particolare il suo modo di approcciarsi alle conferenze stampa: «Faccio le conferenze stampa per dire “Buongiorno, abbiamo arrestato 200 presunti innocenti”. Lo dico apposta perché io non condivido quest’ultima riforma fatta dall’ex Ministra Cartabia, perché secondo me i cittadini hanno diritto di sapere cosa accade sul loro territorio». La riforma a cui si riferisce Gratteri è la norma sulla presunzione d’innocenza approvata nel dicembre del 2021.

Il “modello Catanzaro” anche a Napoli

Infine, Gratteri, si legge nella proposta B, vorrebbe applicare il “modello Catanzaro” anche alla procura di Napoli. «Per sintetizzare vorrei fare quello che ho fatto a Catanzaro – aveva dichiarato a maggio il magistrato di Gerace dinanzi alla quinta commissione del Csm – cioè creare un rapporto di stima e di affetto. Io conto molto sui rapporti umani, per me sono fondamentali e, anche se siamo in un ufficio pubblico, i rapporti nascono con la frequentazione. Io non aspetto che i sostituti vengano da me in ufficio ma vado io a trovarli. La posta la mia segretaria non la porta nella mia stanza, vado io nella sua stanza, perché così non perdiamo tempo; io vado a guardare la posta quando posso e non perdiamo tempo aspettando che lei venga con due carrelli a portare la posta; nel frattempo io cammino e guardo che succede nelle stanze. Dopo la posta scendo giù al primo piano e vado a vedere i sostituti, vado al Palazzo B dove c’è il dibattimento eccetera».

Il giudizio su Rosa Volpe e Gratteri

AreaDg infine supporta Rosa Volpe, procuratore facente funzioni di Napoli. Pur riconoscendo ampi meriti a Gratteri, il consigliere Antonello Cosentino rileva come il magistrato di Gerace, rispetto alla collega, abbia pochissima esperienza nel settore economico avendo trattato l’argomento «per 3 anni quale sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e, in veste di Procuratore di Catanzaro, il coordinamento (unitamente a un Procuratore Aggiunto) del Gruppo di lavoro specializzato in reati contro la pubblica amministrazione, in materia urbanistica e ambientale, dei procedimenti di cui all’art. 11 cod. proc. pen. nonché del Settore misure di prevenzione (quest’ultimo peraltro delegabile al Procuratore Aggiunto Vicario)».

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