Esito contestato

Corte d’Appello di Reggio, bufera al Csm dopo la nomina di Chiaravalloti: «Tarzia discriminata perché lavora da sempre in terra di mafia?»

Nel mirino delle correnti Md e AreaDg il voto decisivo di Pinelli che ha spostato gli equilibri: «Le sue preferenze si allineano sempre a quelle dei consiglieri laici espressione della maggioranza parlamentare»

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di Redazione Cronaca
18 aprile 2024
22:43

Csm spaccato e vicepresidente del Consiglio Fabio Pinelli ancora una volta decisivo per la scelta di un ruolo chiave come quello del presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria. Il giorno dopo la nomina di Caterina Chiaravalloti, preferita a Olga Tarzia, è segnato da due prese di posizione dure da parte di Magistratura democratica e AreaDg e indirizzate proprio a Pinelli.

Md: «Pinelli vota sempre con i laici espressione della maggioranza parlamentare»

Per Md «dopo la Procura di Firenze e la presidenza della Corte d'Appello di Catanzaro, nuovamente il vicepresidente recede dal suo essenziale ruolo di garanzia, incidendo in modo decisivo sugli esiti delle nomine, con preferenze che si allineano sempre a quelle dei consiglieri laici espressi dalla maggioranza parlamentare».


«Dopo lo scandalo del 2019, quale Consiglio Superiore contribuisce a costruire questa prassi del vicepresidente? La magistratura - rileva Md in un comunicato - deve rivendicare con fermezza un esercizio della discrezionalità consiliare basato su regole chiare e trasparenti, riscontrate dalla motivazione, non orientato dalle maggioranze e dalle appartenenze, o dalle interferenze politiche».

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«Andiamo verso un congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati dedicato ad una discussione sull'imparzialità, nel corso della quale da parte di alcuni si proverà a sostenere la tesi per cui il magistrato che esprime le sue opinioni nel dibattito pubblico non appare imparziale, ma potenzialmente ideologizzato e coinvolto nel perseguimento di un disegno politico. L'attualità - prosegue Md - ci dimostra che il rischio dell'interferenza della politica arriva da tutt'altra direzione, segnatamente in questo caso da una figura che dovrebbe essere di garanzia».

«Auspichiamo per il futuro il recupero del ruolo di garanzia del vicepresidente del Csm, insieme al giusto rispetto per i magistrati che svolgono il loro servizio in territori come quello calabrese, che in prima linea, con i loro sacrifici e la loro determinazione, si pongono a presidio della legalità, un presidio che a volte dura una vita intera e che rappresenta, questo sì, una garanzia, non un rischio di condizionamento», conclude Md.

AreaDg: «Ingeneroso pregiudizio nei confronti di Olga Tarzia»

AreaDg parte invece da una domanda: «Dedicare una vita professionale a lavorare in territorio di mafia è di ostacolo al conferimento di una funzione direttiva in quel territorio? Ieri in Plenum, per la presidenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria, il vicepresidente del Csm ha espresso il proprio voto, ancora una volta decisivo, per Caterina Chiaravalloti, preferendola a Olga Tarzia, che lavora e ha sempre lavorato in quel distretto. Tra gli argomenti spesi nella sua dichiarazione di voto, ha sottolineato i rischi di interferenze nell'esercizio delle funzioni che possono derivare dal radicamento in territori di criminalità organizzata».

«Lavorare in terra di mafia - continua la nota - non può esporre a un tale generico, quanto ingeneroso pregiudizio. Siamo anzi convinti che i sacrifici personali e professionali dei colleghi che operano in quelle realtà meritino la massima riconoscenza di tutti». La sottolineatura è firmata dai consiglieri Maria Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Genantonio Chiarelli, Antonello Cosentino e Tullio Morello. 

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