Salta l'accordo Sul-Mct, blocco selvaggio al Porto di Gioia Tauro

Motivo della protesta è il nulla di fatto che sarebbe emerso dalla riunione che doveva servire per rivedere la quantificazione dei lavoratori in esubero che rimangono 400
di Agostino Pantano
1 marzo 2017
19:05
Porto di Gioia Tauro, blocco dei lavoratori
Porto di Gioia Tauro, blocco dei lavoratori

Porto di Gioia Tauro parzialmente bloccato dalle 18 di oggi, a seguito della riunione che i delegati del sindacato Sul hanno avuto con l’azienda. Un centinaio di lavoratori, ha dichiarato il sindacalista Domenico Macrì, stanno stazionando davanti all’ingresso della struttura e si preparano a trascorrere la notte.

 


 Motivo della protesta è il nulla di fatto che sarebbe emerso dalla riunione che doveva servire per rivedere la quantificazione dei lavoratori in esubero che rimangono 400.

 Da quanto spiegato da Macrì in questo momento sono ferme 9 gru su 12, mentre per il turno della notte si prevede il blocco completo.

"E' la quarta volta che l'azienda si presenta alle riunioni senza indicare di quanto e' disposta a rivedere il numero degli esuberi che e' fermo a 400 - ha dichiarato Macrì delegato del Sul nel comitato portuale - facendo intendere che se diminuzioni ci saranno esse verranno decise solo con le altre sigle sindacali".

 

Nel piazzale antistante l'ingresso dell'area portuale, dove prosegue il sit in spontaneo in costanza del blocco delle attività sui piazzali, si sono viste anche le bandiere del Partito comunista. Una delegazione guidata dal segretario regionale Antonio Adamo, i cui componenti sono arrivati anche dalla provincia di Cosenza, ha espresso sostegno alla protesta dichiarando la volontà di rimanere anche per la notte. Senza bandiere, ma ugualmente convinti di appoggiare le rivendicazioni dei portuali gioiesi, si sono visti anche alcuni esponenti di Casa Pound di Reggio Calabria che però non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.

 

"Il Sul - ha concluso Macri' - nei mesi scorsi non ha firmato l'accordo sul numero di lavoratori da far assorbire dalla futura Agenzia che il governo deve ancora varare, ma questo fatto non può essere usato come un pretesto per farci sapere solo a cosa fatta di quanto l'azienda accetta di rivedere l'organico. Abbiamo le nostre proposte ma temiamo che le altre parti accettino numeri risicati, da qui la volontà dei portuali di astenersi dal lavori fino a quando non diventerà' chiaro che il terminalista accetta di abbassare fino ad un livello giusto il numero degli esuberi".

 

Antonio Pronestì, segretario nazionale SUL: "Non ci fermeremo fino a quando i lavoratori non avranno certezze":

 

Agostino Pantano

Giornalista
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